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Scritto da Giovanni   
Mercoledì 24 Marzo 2010 20:57

75 – La parola alla difesa



23 marzo 2010 – ore 18

Ho letto e riletto le tue accuse: mi sembrano chiare, sono anche andata su Internet a cercare delle conferme.

Ma gli accusati non si difendono? Non hanno niente da replicare?

Ciao

Irma


23 marzo 2010 – ore 21; completata il 24 marzo 2010

Cara Irma,

gli accusati non hanno certamente bisogno di difendersi con me: io non conto niente.

Comunque qua e là si difendono, se interpellati direttamente; a volte però si difendono con argomentazioni che sono peggiori delle colpe da coprire.

Comunque cerco di riepilogare anche le loro difese, così avrai un quadro più completo.

1) La parola alla difesa: Beppe Pagani

Dimenticavo di dirtelo, mi hanno segnalato il riferimento che mi mancava (1): è il Giornale di Reggio del 7 febbraio 2010, quando Pagani convocò i giornalisti in CISL per comunicare che si candidava nel PD.

Come si difende Pagani dalle accuse?

Riprendo il pezzo che ti avevo già scritto:

[…] A chi gli chiede come possa conciliare i suoi valori cristiani in un partito che ha appena votato i DICO regionali, fortemente criticati dal cardinal Caffarra, Pagani ha fatto appello alla “laicità, alla capacità di saper accogliere l’altro senza dogmatismi, alla verità che non ci appartiene” […]

Questa è la sua prima difesina, che avevo già confutato spiegando la differenza tra verità politica e verità antropologica.

A domande più dirette (Giornale di Reggio, 18 marzo) Pagani risponde così:

La giunta regionale ha licenziato i DICO alla bolognese: è favorevole?

Sono favorevole a politiche di sostegno alla famiglia tradizionale, ma anche consapevole che oggi vi sono tante forme di convivenza. Dobbiamo allora guardare ai diritti della persona con misericordia, che è atteggiamento umano ma anche politico.”

Qui Pagani peggiora le cose. Parla di “famiglia tradizionale”, invece di parlare di “famiglia”. Si è probabilmente dimenticato che la Chiesa Cattolica a cui appartiene e la Costituzione che lui difende (non fa parte anche di un comitato di difesa della Costituzione?) parlano lo stesso linguaggio: famiglia, società naturale fondata sul matrimonio.

Società “naturale”, non “tradizionale”.

Consapevole che oggi vi sono tante forme di convivenza”. E allora? Se sei consapevole, combattile! Aiuta i giovani a scegliere l’unica cosa bella che è rimasta in questa società, ossia lo sposarsi presto e bene! Macché, lui “guarda con misericordia”, cioè prende atto della realtà così com’è invece di indirizzarla verso il bene comune.

Non è misericordia sostenere le unioni di fatto. E’ debolezza politica. Ed è ingiustizia verso le famiglie.

Che giudizio dà della nota dottrinale dei vescovi della conferenza episcopale emiliana sull'impegno dei cattolici in politica?

Non mi piace dare giudizi. Sono da sempre convinto che questo impegno sia un dovere da vivere in chiave di responsabilità personale e di autentico servizio, tenendo presente che chi decide davvero il servizio da offrire non è il politico, ma è il bisogno.”

Pagani è proprio un non - politico. “Il servizio da offrire viene deciso dal bisogno”: questa è un’impostazione da Caritas, non da politica. La politica studia il bene comune e agisce per indirizzare i comportamenti degli uomini verso un progetto. Vede i bisogni, ne studia le cause e tenta di rimuoverle. E una delle cause della povertà attuale sono proprio le convivenze e le separazioni.

Pagani poi l’abbiamo sentito anche in diretta a San Martino (non io, l’ha sentito Laser (2)). A un certo punto si è fermamente espresso contro il “laicismo imperante”: viene da chiedersi se Pagani conosce almeno le definizioni delle parole che usa. Cosa sarà per lui il laicismo? Sei nel PD e parli contro il laicismo? Ti sei reso conto che nell’ultimo programma del PD alle politiche 2008 c’erano almeno tre proposte laiciste (legge sulle coppie di fatto, legge sull’omofobia, legge sul testamento biologico stile Ignazio Marino)?

Fine della difesa di Pagani. Ogni sua parola di difesa si traduce in una nuova affermazione della sua tranquilla acquiescenza al laicismo di Vasco Errani.

2) La parola alla difesa: una “new entry”, Marco Barbieri

A Pagani attribuiamo però la buona fede. Un po’ meno al suo compagno Marco Barbieri. Sempre il Giornale di Reggio (16 marzo), ha posto anche a Barbieri la fatidica domanda:

La giunta regionale ha licenziato i DICO alla bolognese: è favorevole?

I DICO alla bolognese sono un’invenzione dei media, poiché la Regione su questi temi non ha competenza giuridica. Abbiamo semplicemente affermato che in Emilia - Romagna nessun cittadino deve essere discriminato nell’accesso ai servizi e che il costo di questi servizi va graduato rispetto al peso famigliare.”

Barbieri è un politico navigato, e ci sa fare: dice una verità per raccontarci una balla.

E’ verissimo che la Regione non ha competenza giuridica sui DICO o simili. Ma ha purtroppo il potere di creare i “DICO di fatto”: i diritti che non può assegnare in via formale, li assegna lo stesso come norma “antidiscriminatoria”.

Cos’è la discriminazione? Trattare gli uguali in modo disuguale. Ma è discriminazione anche trattare i disuguali in modo uguale.

In altre parole: poiché due conviventi sono due persone che non possono o non vogliono esprimere promesse matrimoniali, è giusto e normale che non vengano equiparati in alcun modo a chi invece ha espresso una normale promessa matrimoniale. Se fai una equiparazione tra queste realtà diverse, in qualunque campo, tu stai discriminando la famiglia naturale e stai quindi privilegiando la non - famiglia (3).

Sono stati più sinceri i compagni socialisti, con i loro slogan: “Coppie di fatto – una vittoria socialista una conquista di tutti”; e ancora “Di fatto l’Emilia Romagna prima regione d’Italia”. Affermano con chiarezza che in Emilia – Romagna hanno ottenuto “i DICO di fatto per le coppie di fatto”.

Invece Marco Barbieri vota in regione i “DICO di fatto alla bolognese”, ma non lo dice; maschera la verità e ci racconta una balla.

Poche balle”: è lo slogan del suo manifesto elettorale.

Poche, forse. Ma certamente balle pesanti.

3) La parola alla difesa: Emma Bonino

La più semplice di tutte. Non ha mica bisogno di difendersi.

Ciò che è male, lei lo dichiara un bene, per cui, lungi dal doversi difendere, se ne vanta.

Il problema non è la Bonino, che fa il suo tristo mestiere; il problema sono i cattolici che la votano.

4) La parola alla difesa: Renata Polverini

La difendono dicendo che rilascia interviste nelle quali afferma che la sua regione avrà come priorità Vita e Famiglia. Benissimo. Ma io mi fido poco delle sdolcinature pre-elettorali (sul mancato sostegno alle famiglie numerose allego un testo di Alessandro Soprana): sono più significative le affermazioni fatte a distanza dalle elezioni (4), oppure l’articolo del 2008 (4), oppure la figura di Velardi (4).

Comunque questa difesa è meglio che niente. E’ infatti possibile che Renata Polverini, nonostante le sue idee erronee, concretamente non faccia niente di erroneo per mancanza di quella grinta e determinazione laicista che è invece l’essenza della Bonino.

Il mio consiglio infatti era di votarla, tristemente.

In Lazio esisterà certamente una anti-Bonino più credibile della Polverini; che il centro destra + UdC non siano riusciti a trovarla (o non l’abbiano voluta trovare), non depone molto a loro favore.

Altra linea di difesa, più sensata, è che il governatore non fa tutto, ma contano anche gli eletti, e tra questi dovrebbe esserci il nome sicuro di Olimpia Tarzia, una pro-life che non si discute.

Lo so bene, ma il governatore conta molto: fa la giunta e può disfarla.

Insomma, quelli del Lazio dovranno votare Polverini perché non hanno alternative, ma guai se poi si ritirassero soddisfatti, senza marcarla a vista giorno per giorno. Dovranno ricordarsi che nel PdL è presente un virus a lenta incubazione che si chiama “libertà di coscienza” (5) (espressione balorda per dire “liberi di legiferare anche contro la legge naturale”).

5) La parola alla difesa: Pierferdinando Casini

La prima difesa di Casini è questa: “Bresso (anti-vita e famiglia) e Cota (anti immigrati) vanno considerati alla pari”. Ho confutato questa equazione erronea in modo fin troppo ampio (6) e non ci ritorno sopra.

A domanda precisa contro la Bresso, escono nuovi punti di difesa. Parlo di una domanda netta e di una risposta certa: l’ho posta al candidato Gianluca Galletti e ho anche la registrazione.

Ho attaccato l’alleanza con la Bresso citando due sole questioni: la disponibilità della Bresso ad “accogliere” Eluana Englaro in Piemonte e la promozione della pillola RU486.

La risposta di Galletti è stata un po’ balbettata, la RU è diventata RSU, ma tutto questo lo attribuisco a una sola cosa: stanchezza inevitabile da campagna elettorale, quando giri come una trottola dovendo ridire spesso le stesse cose. Veniamo all’essenziale.

Galletti: “Sulla Bresso si è scatenata una polemica del tutto (o meglio ‘in parte’) inesistente”. Brutto inizio, è la stessa argomentazione usata da Marco Barbieri (“i DICO alla bolognese sono un’invenzione dei media”).

Difesa n.1: “Alla fine Eluana Englaro è stata accolta in Friuli. E in Friuli l’UdC è in alleanza col centro destra, a sostegno del governatore Tondo. Mi sarei aspettato quindi che, come ci attaccano per la Bresso, ci attaccassero anche per Tondo”.

Difesa bocciata. Infatti, se anche l’alleanza con Tondo fosse pessima, 1 alleanza pessima + 1 alleanza pessima fanno 2 alleanze pessime. Non è che un’alleanza pessima di centro destra compensa un’alleanza pessima di centro sinistra.

Inoltre Tondo ha rivelato la sua pochezza antropologica (7) dopo l’elezione, col caso Englaro. Della Bresso si sa già tutto prima delle elezioni.

Difesa n.2: “Con la Bresso abbiamo un patto scritto ed è quello che conta. Starà a noi farlo rispettare. Se non lo rispetterà, usciremo dalla giunta”.

Difesa bocciata. Infatti è possibile che la presenza dell’UdC nella coalizione sia essenziale per far vincere la Bresso, ma che poi, a livello di rappresentanza in consiglio regionale, l’UdC non abbia i numeri sufficienti per far cadere la Bresso. E poi proprio il caso Tondo dimostra che, anche di fronte a brutte faccende come la vicenda Englaro, uscire da una giunta esistente non è facile e non è automatico.

Difesa n.3: “La sperimentazione sulla RU486 iniziò quando c’era la giunta Ghigo di centro destra, non con la Bresso”.

Difesa (quasi) bocciata. Potrei ricredermi solo davanti a fatti documentati che attualmente ignoro. Quello che so è che:

- nel novembre 2002 il Comitato Etico della Regione Piemonte approva un progetto di sperimentazione del mifepristone (commercializzato come pillola RU486)

- il progetto viene bloccato dal ministro della salute Sirchia

- nel aprile 2005 la Bresso diventa governatore del Piemonte

- nel settembre 2005 Silvio Viale dà il via al progetto all’Ospedale Sant’Anna di Torino

- il ministro Storace invia un’ispezione

- nel novembre 2005 Viale riprende il progetto col solo vincolo del ricovero delle donne per tre giorni

- il progetto avviato da Viale innesca situazioni analoghe in Liguria, Toscana, Emilia – Romagna

- il nuovo ministro Livia Turco dichiara il suo favore alla sperimentazione (purché non sia “sperimentazione selvaggia”: come se l’aborto non fosse selvaggio per natura).

Questa è la scaletta dei fatti come li conosco: le colpe della RU486 ricadono quindi sulla Bresso e non su Ghigo, visto che il Comitato Etico che si espresse nel 2002 non è un ente di proprietà della maggioranza regionale.

Pronto a ricredermi, ma solo in presenza di nuovi fatti documentati che oggi ignoro.

Che poi Viale possa aver fatto sperimentazioni “occulte” anche sotto la giunta Ghigo questo è possibile, ma non ne ho notizia esplicita.


Fine.

L’accusa ha parlato, la difesa ha parlato, forse hai già l’idea di come votare.

Comunque non mi sottrarrò dall’esprimere la mia dichiarazione di voto, un po’ diversa dal solito.

Un appunto finale: proprio tu mi hai insegnato che, prima di attaccare una persona, bisogna pregare per la persona. Metterla cioè nella “lista della spesa” (8).

Con Casini ero già a posto, lo ricordiamo a ogni decina di Rosario. Anche con l’Emma sono a posto, è la prima preghiera del mattino, quando suona la sveglia (9). Adesso ho inserito anche Pagani e la Polverini. Per Barbieri e la Bresso… ci penserò.

Ciao

Giovanni




NOTE

1) Vedere il testo n.72 – Le due verità.

2) Laser è mio fratello: Stefano Lazzaretti, detto Laser, consigliere comunale nella lista civica “l’Alternativa”.

3) Errani la chiama “famiglia anagrafica”. Appunto. E’ una non-famiglia. Infatti non è una “società naturale fondata sul matrimonio”.

4) Vedere il testo n.73 – Liberi di votare una radicale.

5) Vedere il testo n.51 – Dichiarazione di voto.

6) Vedere il testo n.74 – Serve un Caffarra per Casini

7) Sulla gestione del caso Englaro in Friuli è interessantissima l’intervista rilasciata da Dino Boffo a Nicoletta Tiliacos de “il Foglio” nel febbraio 2009; a richiesta ve la faccio avere.

8) Vedere il testo n.42 – La mania della legge naturale.

9) La seconda sveglia. Con la prima sveglia mi metto solo nell’ottica di alzarmi, ma non mi alzo.



ALLEGATO

Lettera di Alessandro Soprana, responsabile politico ANFN (associazione nazionale famiglie numerose), al Ministro La Russa in merito alle sue dichiarazioni sulla famiglia trasmesse nella puntata di Ballarò dove , in un servizio, Mario Sberna presentava alcune delle iniquità di cui sono vittime le famiglie numerose. (rilanciata via Internet)

Stim.mo Ministro On.le La Russa,

ho avuto modo di seguire il Suo intervento alla trasmissione televisiva "Ballarò" su Rai 3 il giorno 2 febbraio. Sono semplicemente esterrefatto. Dunque Lei afferma che nella situazione contingente il Governo sta facendo molto per la famiglia con figli. Analizziamo le Sue affermazioni.

Cominciamo con l'ICI: è stata tolta e ne prendiamo atto tuttavia il Vostro è stato un intervento che ha riguardato chi ha una casa decisamente al di sopra della media; inoltre è diventata la "madre di tutte le scuse" per i Comuni che riducono i servizi alle famiglie. Forse era meglio lasciar stare com'era.

Bonus famiglia: Lei sa che il bonus famiglia non è andato alle famiglie, vero? Che è andato per l'82% a single e coppie senza figli? E che le coppie di fatto l'hanno ricevuto doppio, vero? Sì, il bonus famiglia è andato perlopiù a singoli, comunque bisognosi, ma NON alle famiglie con figli.

La Social Card non è per la famiglia con figli ma per gli indigenti e, di fatto, ne hanno usufruito i pensionati con redditi infimi. Certamente bisognosi, ma non sono famiglie con figli. La pregheremmo dunque di non citare questo intervento come "pro famiglia", dato che alla famiglia con figli, specie se numerosa, praticamente nulla è andato. La stessa Social Card nemmeno considera i figli a carico.

Fondo nuovi nati: dovrebbe spiegare alle famiglie dov'è e che cos'è. Se parla di quel prestito a tasso del 4%, allora lo chiami col suo nome: un prestito a tassi di mercato. Il "Prestito della Speranza" della CEI fa decisamente meglio: tasso dello 0,5%.

Assegni familiari: L'ultimo aumento, che si possa chiamare tale, l'ha fatto il governo Prodi. Gli aumenti del governo attuale si sono limitati al semplice calcolo dell'inflazione programmata che, come sa, è sempre al di sotto dell'inflazione reale. Proprio per questo l'importo degli assegni familiari, in virtù del meccanismo di "aggiornamento", sono veramente esigui.

Il bonus per l'energia elettrica (che comincia ad arrivare solo adesso, dopo un anno), è un piccolo sussidio gradito certamente (un caffè ogni tre giorni il controvalore per ogni famiglia numerosa) ma non fa giustizia delle tariffe inique applicate alle famiglie con figli in particolare se numerose, come ben evidenziava l'ultimo servizio di Ballarò, quello con i due fratelli. Avendo Lei giudicato quel servizio con molta sufficienza e disattenzione (perché, se fosse stato attento, si sarebbe accorto dello scandalo che l'attuale situazione comporta), Le allego per conoscenza un altro interessante esempio: la mia bolletta di casa e quella della mia attività. Potrà così scoprire come il consumo privato delle famiglie numerose sia vergognosamente penalizzato; consideri che se avessimo 8 contatori, abbiamo 6 figli, pagheremmo poco più della metà. Cioè: le famiglie numerose vengono impoverite.

Il bonus per il gas, per il quale sono stati distribuiti i moduli in questi giorni, non risolve anch'esso la questione perché la tariffa del gas si fonda sullo stesso principio: al singolo, solo perché basso consumatore, viene applicata la tariffa sociale e cioè sottocosto; alle famiglie numerose, solo perché vivono in ambienti necessariamente più grandi, vengono fatte pagare super tariffe per compensare quelle sociali (applicate anche ai Notai, Imprenditori, Politici single, ai quali non viene chiesta nessuna certificazione ISEE: pagano poco e basta).

Lei ha citato le detrazioni per gli asili nido e per lo sport ma queste sono detrazioni introdotte dal governo precedente, non dal Suo. Sempre il governo precedente ha introdotto l'ulteriore detrazione di 100 euro al mese (sì: al mese, non un bonus o una mancia) per i figli delle famiglie numerose. Come pure fu il governo Prodi ad introdurre il Fondo triennale per l'abbattimento delle tariffe (che proprio voi non avete rifinanziato). In compenso avete tolto la possibilità di detrarre le spese per il trasporto scolastico dei figli e inventato lo "scontrino parlante" (come se uno in farmacia ci andasse per diletto).

Il Bonus vacanza non è per le famiglie numerose: tanto è vero che nemmeno le considera ("4 componenti e oltre" recita il testo: 3,4,5,6,7,8,9 figli sono, per quel testo e per chi l'ha concepito, la stessa identica cosa). Anche in questo caso, ai single viene dato molto di più; alle unioni di fatto viene dato il doppio (due buoni vacanze...). E, dulcis in fundo, non si considera nemmeno l'ISEE (che ha una parvenza di equità) ma il reddito lordo (che non ha nemmeno la parvenza, in un Paese nel quale si evade il 30% del PIL).

Non ci siamo, proprio no. Per l'attuale sistema tributario separarsi conviene e qualche vostro intervento fiscale ha agevolato platealmente le unioni di fatto (cioè i famosi "DICO", mai applicati nella norma ma, nei fatti, tributariamente e fiscalmente, da Voi sostenuti).

Tutti questi argomenti sono stati affrontati negli incontri che la nostra Associazione ha avuto sia con il referente per la famiglia, on. Giovanardi, ed il suo staff tecnico, sia con il dott. Gianni Letta, sia con lo staff tecnico del ministro Sacconi. Quello che manca non sono le risorse economiche (basti pensare ai rimborsi elettorali: il Suo partito ha speso 52 milioni di euro ma s'è portato a casa, per una miracolosa finanza creativa, ben 250 milioni di euro, e rotti). Manca la volontà politica di agire per il futuro del nostro Paese, futuro rappresentato dai figli.

E i non - interventi del Suo governo hanno fatto sì che in un solo anno sia peggiorata gravemente la nostra situazione, passando dal 27% di famiglie con tre o più figli povere (cfr. ISTAT 2008) al 41% di famiglie numerose a rischio povertà (cfr. Eurostat nov. 2009), disputando il primo posto per povertà con la Romania e lasciando dietro Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia, Portogallo, Grecia, per non dire di Francia, Svezia e Germania. Le famiglie numerose italiane sono le più povere perché, come diceva bene quel padre di sei figli nel servizio, Voi le impoverite.

Concludendo. Lei è rimasto uno dei pochi del Suo governo a dire che si sia fatto tutto il possibile per la famiglia. Creda: non avete nemmeno iniziato. E creda: una Finanziaria senza famiglia come quella che avete approvato, non s'era mai vista. Ci mettiamo fin da ora a disposizione per spiegare a Lei e a coloro che ci vogliono ascoltare la situazione disperata delle famiglie con figli in particolare se numerose ed i rimedi possibili e a costi ridicoli per rilanciare il Paese Italia ed il suo futuro.

Cordiali saluti. Alessandro Soprana, Direttore rapporti politici ANFN (associazione nazionale famiglie numerose) Corso Italia 53/d - tel. 320 1165291 - 36078 VALDAGNO (VI)

P.S. dimenticavo di ricordarle che l'unica prestazione esente ticket è quella dell'aborto.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 24 Marzo 2010 20:59
 
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