Home Elezioni 2008 42 - Mania della legge naturale
42 - Mania della legge naturale PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Mercoledì 26 Marzo 2008 21:20

Sono l’Olga C., non so se mi conosce.

Senta, io voto alle politiche da almeno 40 anni.

Non ho mai sentito parlare di legge naturale universale in nessuna campagna elettorale.

E’ una sua mania?

Mi scusi l’intrusione.

 

 

San Martino in Rio, 24 marzo 2008

Gentilissima signora Olga,

certo che la conosco. Tra l’altro, quando lei si ammalò due anni fa, l’Irma mi chiese di inserirla nella “lista della spesa” (1): volentieri rispondo alla sua curiosità.

Se è una mania, almeno non è una mia mania personale: nei documenti della Chiesa le espressioni “legge naturale” e “diritto naturale” sono usatissime, probabilmente le più usate.

Rerum Novarum, Pacem in Terris, Mater et Magistra, Gaudium et Spes, Populorum Progressiom, Humanae Vitae, Persona Humana, Familiaris Consortio, Evangelium Vitae, Veritatis Splendor: sono alcuni dei documenti che parlano di diritto naturale e legge naturale. Nel catechismo compare numerosissime volte.

La mia “mania” è quella di aggiungere sempre (o quasi sempre) la parola “universale”: il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce la legge naturale al n.1955, la dichiara “universale” al n.1956, la indica come “immutabile” al n.1958. E’ quindi una legge che vale per gli uomini in ogni tempo, luogo e circostanza. Specifico quasi sempre la parola “universale” perché i laicisti (2) la degradano tacitamente a “legge naturale cattolica”, una cosa cioè che non li riguarda. Una definizione bella e sintetica si trova nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, al n.416:

“La legge naturale, iscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo, consiste in una partecipazione alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso morale originario, che permette all’uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene e il male. Essa è universale e immutabile e pone la base dei doveri e dei diritti fondamentali della persona, nonché della comunità umana e della stessa legge civile.”

La sua domanda è interessantissima: perché non se ne parla mai nelle campagne elettorali, visto che la legge naturale universale riguarda la base della legge civile? Almeno i cattolici dovrebbero sempre tirarla in ballo.

Il fatto è che fino al 1994, noi eravamo “protetti” dalla presenza della DC: il grosso dei cattolici votava DC, alla DC potevi imputare tutte le malefatte che volevi, ma non potevi imputarle proposte di violazione della legge naturale universale in sede di campagna elettorale.

Nelle elezioni 1994, 1996, 2001, coi cattolici divisi in più partiti, non c’erano temi etici pesanti sul tappeto: si evidenziavano già chiaramente le posizioni culturali sulla fecondazione artificiale e sull’eutanasia, ma non si era ancora alle proposte legislative.

Il referendum del 2005 sulla legge 40 ci riporta in piena battaglia sulla legge naturale universale, la campagna elettorale 2006, col programma ufficiale dell’Unione e coi programmi paralleli dei partiti aderenti, definisce un ampia rosa di tematiche inerenti la legge naturale. Adesso, nel 2008, c’è l’esplosione: legge naturale attaccata esplicitamente in diversi programmi e silenzio totale su questi temi in TV e nei grandi quotidiani. Una situazione pericolosissima.

Possiamo quindi riassumere così:

- la legge naturale universale è sempre il tema fondamentale della campagna elettorale;

- dalla legge naturale universale noi traiamo le indicazioni su quali partiti o coalizioni non è lecito votare;

- tra i partiti o le coalizioni “rimaste in gara” scegliamo con libera opzione quella che riteniamo in grado di governare meglio.

Nel 2006 lo schema non risultò chiarissimo, perché c’erano solo due coalizioni. Stavolta invece sono tante le possibilità: grazie alla legge naturale universale abbiamo già archiviato Sinistra Arcobaleno, Boselli e Partito Democratico. Analizzeremo anche gli altri raggruppamenti.

“Tutti i cristiani […] in ciò che concerne l'organizzazione delle cose terrene, devono ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali e rispettare i cittadini che, anche in gruppo, difendono in maniera onesta il loro punto di vista.”

Ha mai sentito citare questo brano del Concilio Vaticano II, nella “Gaudium et Spes”? Io l’ho sentito citare molte volte, e quasi sempre a sproposito. Molti, con quella “legittima molteplicità”, si sono sentiti autorizzati a scegliere qualunque cosa in ambito politico.

Avevano dimenticato la frase scritta poche righe prima: “È in ogni caso inumano che l'autorità politica assuma forme totalitarie, oppure forme dittatoriali che ledano i diritti della persona o dei gruppi sociali.”

Il Concilio Vaticano II sarà anche catalogabile come Concilio di tipo “pastorale”, ma le sue parole pesano, eccome. “… forme totalitarie, oppure forme dittatoriali…”. Quanti sono, anche fra i cattolici, coloro che hanno chiaro che dittatoriale e totalitario non sono sinonimi?

Lentamente, per anni, ci siamo cullati nell’illusione che la democrazia fosse l’alternativa al totalitarismo. “Democrazia è libertà” diceva lo slogan del partito della Margherita. Era una sciocchezza, che Giovanni Paolo II aveva provveduto a rimarcare:

“Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia.”

Spero che anche lei si lasci conquistare dalla passione per la legge naturale universale.

Grazie dell’intervento, e buona giornata.

Giovanni

 

NOTE

(1) L’Irma chiama scherzosamente “lista della spesa” l’elenco delle persone da ricordare nelle preghiere quotidiane. Colonna di sinistra: elenco delle cose da comprare; colonna di destra: nomi per cui pregare. Un pacco di pasta e una preghiera per il tale, due chili di arance e una preghiera per il tal altro. Quella frase mi è piaciuta e l’ho adottata anch’io (anche se, a dire la verità, non vado mai a fare la spesa).

(2) Per la definizione di laicismo può vedere il testo n.37.

 
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