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1309 – Colpi di genio e rane bollite

1309 – Colpi di genio e rane bollite

Se volevi incuriosirmi, ci sei riuscito: mi sembra il finale di un giallo.
Una sola cosa: perché hai scritto che la lotta alla piccola evasione è costosa e inutile?
Ciao
Irma

San Martino in Rio, 20 febbraio 2013, San Leone Taumaturgo

Cara Irma,
l’evasione fiscale copre due bacini molto diversi.
Da una parte c’è l’evasione d’alto bordo, se così posso esprimermi. Si attua quasi tutta con moneta elettronica e usa a piene mani trucchi finanziari, paradisi fiscali, fatture false, eccetera.
Dall’altra parte c’è la piccola evasione, che si concretizza di fatto nella non emissione di un documento: il barista che non batte uno scontrino, l’artigiano che non fa fattura.
C’è anche, come in tutte le cose, una fascia intermedia che faticheresti a collocare nell’uno o nell’altro settore.
Non ho sottomano il dato, ma mi sembra di ricordare che l’evasione d’alto bordo pesi attorno all’80%.
Stanare un evasore costa (Guardia di Finanza, impiegati, software,…) e quindi deve rendere. Ci si dimentica spesso che il piccolo evasore quel di più che trattiene dall’evasione lo usa per alzare il suo tenore di vita, ossia lo usa per spendere.
1000 euro di imposte non pagate. L’evasore le usa per comprare un oggetto da 1000 euro. Immediatamente 173 euro tornano allo Stato come IVA, sulle rimanenti 826 il venditore pagherà imposte, previdenza eccetera. Quello che gli rimane lo userà a sua volta per acquisti, eccetera. In 4 o 5 passaggi l’imposta evasa è già tutta ritornata allo Stato.
Cosa accade invece con l’evasione d’alto bordo? Che l’evasione va ad ammucchiarsi nel capitale autoalimentato, una entità che non ha nulla a che vedere con gli stimoli all’economia. Perciò questa evasione è dannosa due volte: perché è evasione e perché non muove l’economia.
Come vedi faccio un becero ragionamento pratico, non parlo di moralità. L’ideale sarebbe che ciascuno pagasse il suo, in un quadro in cui lo Stato chiedesse il giusto. Per tenere sotto controllo i piccoli bastano e avanzano gli studi di settore. Il recupero fiscale sui piccoli è pura illusione: recuperi adesso e perdi dopo, e in più hai le spese per verifiche e controlli.
Lo Stato non ha la forza di stanare tutta l’evasione, quindi deve concentrarsi su quelle verifiche che rendono fortemente. I blitz sugli scontrini fanno ridere, sono costosi e inutili.
Fine della parentesi.

L’ultima coalizione
L’ultima coalizione: PdL + Lega + Fratelli d’Italia + Destra + minori.
Non sarà una cosa facile perché le varie componenti hanno programmi propri e diversificati.
Preferisco però partire dalla storia della legislatura vista dai “loro” occhi. Chi sono “loro”? Non ha importanza, l’importante è sapere che esistono.
Ricordi quel signore che venne da Cavezzo alla cena estiva del Maritain? Mi regalò un libro scritto da lui, un giallo ben fatto che si snoda tra l’Emilia Romagna, le isole Cayman e la Libia. Si legge d’un fiato e appassiona. Arrivi alla fine e ci sono alcune pagine di appendice: in queste pagine un signore che non si è mai visto nel romanzo descrive gli avvenimenti dal suo punto di vista, di come ha indirizzato, incanalato, facilitato certi passaggi, in modo da ottenere il suo scopo. Un altro livello di gestione, livello che mira a uno scopo senza farsi pubblicità.
“Loro” all’indomani delle elezioni del 2008 vedono ciò che è noto a tutti: Berlusconi ha vinto con quasi il 10% di vantaggio, per di più il risultato del PD è “drogato” dal dissolvimento della sinistra Arcobaleno. Devono aspettare 5 anni di Berlusconi e ne rischiano altri 5 dopo. Troppo.
Le linee d’attacco a Berlusconi sono: il caso Noemi Letizia + escort + Boffo, l’uscita di Fini dal PdL, lo spread, il caso Ruby, Todi, e altri attacchi minori. Il tutto perché Berlusconi cada e venga insediato un governo tecnico che rimescoli le carte. Metto anche Todi tra gli attacchi perché non dimentico come si svolse l’incontro di Todi: a porte chiuse, secondo il “metodo Aspen”, gestito da uomini Aspen o collaterali (Passera, Ornaghi, De Rita).
Quando dico che l’istituto Aspen ha una certa importanza nelle vicende di questa legislatura mi prendono per maniaco. Io non replico e mi limito a ricordare che gli Aspeniani siedono a porte chiuse in ordine alfabetico e fanno i loro interventi senza discutere tra loro. Lorenzo Ornaghi sedeva quindi nel Comitato Esecutivo di Aspen tra Mario Monti e Corrado Passera. Un caso che siano finiti tutti al governo?
E qui, porta pazienza, devo ricopiare la lettera che scrissi a “La Libertà” e che anche tu ricordavi (2). La devo mettere perché altri ci leggono.
Caro Direttore, L.B. su “La Libertà” ha parlato di Todi come della fioritura di una “nuova primavera”. Un’idea nuova e bella di politica. Chi si è interessato al convegno di Todi ha recepito dai giornali più o meno questa idea: “A Todi si sono riuniti i cattolici; non hanno prodotto una nuova DC; hanno però creato un movimento nuovo di forze sociali e culturali; hanno chiesto un nuovo governo; e quando Monti ha dovuto creare il nuovo governo, si è accorto di loro e ne ha chiamati alcuni a far parte della squadra”.
Schema molto semplice. Infatti a ogni questione complessa si può sempre dare una risposta semplice. Ed è certamente la risposta sbagliata. Vediamo infatti cosa è stato realmente Todi.
1) E’ stato un incontro organizzato per cooptazione; sono state chiamate alcune associazioni, ma non tutte, e una serie di personaggi, ma non si sa con quale criterio.
2) Se si guarda al fatto che c’era anche la presenza di “esterni”, la scelta fatta diventa imbarazzante: c’era il direttore del Corriere della Sera (De Bortoli) e c’era uno degli editorialisti del Corriere della Sera (Galli della Loggia).
3) L’incontro si è svolto a porte chiuse.
4) Gli incontri per cooptazione e a porte chiuse sono ormai noti come “metodo Aspen” (se ne è svolto uno anche il 19 novembre a Firenze, Palazzo Vecchio).
5) Il metodo Aspen è così fuori dallo stile cattolico che Avvenire ha dovuto “condire” le pagine su Todi con una foto di ragazzi pensosi in platea (ma non c’erano ragazzi e non c’era platea a Todi) e foto di popolo in movimento (ma non c’era popolo a Todi).
6) Del “conclave” di Todi dai giornali non sappiamo nulla se non il discorso ufficiale di Bagnasco, la conferenza stampa finale, e i commenti liberi dei partecipanti post incontro: come commentare una partita di calcio che nessuno ha visto.
7) Un mese dopo Todi nasce il nuovo governo. Mario Monti non è che “si è accorto” di Todi, ma semplicemente Todi è stato creato in funzione del governo Monti.
Perché penso questo? Perché il “metodo Aspen” non è una idea campata per aria, ma è il metodo concretamente proposto e adottato dall’Istituto Aspen, istituto USA a emanazione Rockefeller e altri, con sede anche in Italia. E Mario Monti fa parte del Comitato Esecutivo dell’Istituto Aspen.
Chi ha parlato a Todi? Lorenzo Ornaghi (che fa anche lui parte del comitato esecutivo di Aspen), Corrado Passera (comitato esecutivo Aspen, nonché uno dei proprietari del Corriere della Sera), De Rita (Censis, istituto che collabora con Aspen). Nel comitato esecutivo di Aspen c’è Paolo Mieli, quello che da vent’anni si alterna con De Bortoli alla direzione del Corriere. Partecipa ai conclavi Aspen anche il neo ministro Francesco Profumo. Stando ai giornali anche i neo ministri Gnudi e Giarda sono aspeniani (ma non ho trovato conferma sui siti Aspen). Moavero Milanesi, altro neo ministro, partecipa a convegni Aspen (foto sul sito).
Enrico Letta, quello che inneggiava al “miracolo” in un bigliettino scritto a Mario Monti, fa parte del comitato esecutivo di Aspen. Fanno parte del comitato esecutivo anche i liquidatori del governo precedente: Tremonti (è il presidente di Aspen Italia), Frattini, Gianni Letta.
Tirando le somme: nove ministeri del nuovo governo sono in mano ad “aspeniani”; ci sono al governo personaggi vicini a 4 banche: Goldman Sachs, Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Popolare; c’è in più un pizzico di USA + NATO (Esteri e Difesa); e alla Salute c’è Balduzzi, uno degli estensori dei DICO contro i quali facemmo il Family Day.
Una nuova primavera? Un’idea nuova e bella di politica? Nuova certamente sì. Ma bella, no. Se questi sono i frutti di Todi, beato chi non ha ricevuto l’invito.
APPENDICE – L’aspettavamo, signora Marta
Che il governo Monti fosse stato concertato all’interno dell’Istituto Aspen era cosa abbastanza evidente. Però chi segue gli “aspeniani” attendeva il timbro definitivo, che è puntualmente arrivato. Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri è stata nominata la signora Marta Dassù.
Direttore Generale per le Attività Internazionali di Aspen Institute Italia. Direttore della rivista “Aspenia” organo del medesimo istituto. Fa parte del Comitato Scientifico di Confindustria. Fa parte del Comitato Scientifico della Fondazione Italia Usa. E’ membro della Commissione Trilaterale di David Rockefeller. E’ nel Comitato Direttivo dell’IAI (Istituto Affari Internazionali). E’ una firma del Corriere, del Sole 24 ore, de La Stampa. Ha ricevuto la Légion d’Honneur da Chirac nel 2003.
Eppure, se chiedo in giro, non la conosce quasi nessuno: sempre presente dove si gestisce il potere, sempre in seconda fila. L’aspettavamo, signora Marta.
Non piace la mia ricostruzione? Se ne proponga un’altra, tenendo però conto dei dati di realtà:

  • il governo Monti è a impronta Aspen,
  • Todi era a impronta Aspen,
  • il popolo che andava nelle piazze per l’immoralità di Berlusconi era in larga maggioranza un popolo che approva e promuove divorzio, aborto, convivenze, omosessualismo, ossia quanto di più immorale ci sia a disposizione
  • lo spread era inesistente durante i primi 3 anni di governo, ed esplode solo nell’estate del 2011.

PdL
Il programma del PdL è costruito a rapidissimi spot tipo quello di Grillo. Molte di queste righe non le condivido, ma riguardano cose opinabili, per cui ti faccio solo degli esempi:

  • dimezzamento del numero dei parlamentari (penso invece che sia utile mantenerne il numero, a stipendio fortemente ridotto);
  • elezione diretta del Presidente della Repubblica (sarebbe un’altra elezione, con tutte le conseguenze di ostacolo all’attività ordinaria);
  • attacco complessivo al debito pubblico da 400 miliardi, basato su: vendita di immobili pubblici; messa sul mercato anche di partecipazioni azionarie pubbliche sia statali che locali (sono contrario a qualunque vendita del patrimonio statale, semmai alla sua valorizzazione);
  • incoraggiamento a indirizzare quote di risparmio su pensioni integrative (dopo aver sentito Massimo Amato su come i fondi pensione si reggano sul debito dello Stato, sono ancor più contrario di un tempo alle pensioni integrative);
  • apertura al mercato dei settori chiusi, in particolare dove persistono monopoli o oligopoli statali, a partire da scuola, università, poste, energia e servizi pubblici locali (anche qui sento puzza di bruciato).

Non continuo, tanto sai che l’opinabile non ha importanza nelle nostre scelte, se non in terza battuta.
5 Famiglia – La persona e la famiglia sono al centro del nostro programma. La difesa e il sostegno alla famiglia, comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la promozione della dignità della persona e la tutela della vita, della libertà economica, educativa e religiosa, della proprietà privata, della dignità del lavoro, la solidarietà e la sussidiarietà saranno i punti di riferimento della nostra azione legislativa.
Un fisco favorevole alla famiglia: a parità di reddito paghino meno tasse le famiglie più numerose (quoziente familiare) – Bonus bebè – Piano di sviluppo degli asili nido (qui dissento) – Buono (o credito di imposta) per scuola, università per favorire libertà di scelta educativa delle famiglie – Rendere totalmente detraibili dall’imponibile fiscale le spese per l’educazione e l’istruzione dei figli – Sostegni straordinari alle famiglie per l’assistenza ai disabili e agli anziani non autosufficienti.
Che devo dire? Questo punto è ben scritto, e c’è almeno la novità di non trovare nel programma dei sostegni ai conviventi gay. Non dimentico però quello che ho scritto per Monti…
Stop. Dimenticavo la chicca odierna di Monti.
Infine, il Presidente del Consiglio è tornato ad occuparsi anche del tema del prossimo presidente della Repubblica, carica alla quale Monti sembra consapevole di aver rinunciato nel momento stesso in cui è “salito in politica”: «Ho fatto una grande rinuncia e non ho idea se ci siano ancora delle possibilità, se non avessi fatto questa scelta politica sarei stato tra i più accreditato a fare il presidente della Repubblica – dice per poi lanciare la candidatura di una donna – Ci sono tanti nomi per una candidata donna al Quirinale. In particolare, penso molto bene di Emma Bonino: sarebbe una candidata, tra le altre, molto buona».
Con Monti che sponsorizza Emma Bonino credo che il culmine sia stato raggiunto.
Torniamo a noi. Non dimentico quello che ho scritto per Monti: “contra facta nihil valent argumenta”. Vale certamente anche per il PdL.
Mara Carfagna dopo un inizio nel quale pareva contrastare le pretese gay, si è allineata in toto all’impostazione della PD lesbica Anna Paola Concia. Nel 2009 lancia insieme alla Concia la campagna “Nessuna differenza”, contro l’omofobia (uffa) e contro la violenza basata sull’orientamento sessuale, campagna realizzata dal Governo. Lavora anche con Vladimiro Guadagno detto Luxuria.
Sul fronte dei princìpi non negoziabili è quindi una donna molto pericolosa, e anche una donna di peso visto che è capolista in Campania. Nel suo blog dà per scontato che ci sarà un incremento di diritti per il mondo gay.
Se quindi il programma dà un punto a favore del PdL, la presenza, i fatti, le parole di una ex ministro di peso come la Carfagna sono un punto a sfavore.
Capisco bene comunque che un conto è ciò che ha fatto Monti (candidato premier) e un conto è ciò che ha fatto la Carfagna (donna importante, ma comunque una fra i tanti).
In positivo a Berlusconi accredito il decreto salva Eluana, ancorché tardivo.
Tieni presenti i vari elementi e proseguiamo.

La Destra
Il suo programma è il “Manuale della Sovranità – i 10 punti dell’Italia di domani”. I 10 punti sono un programma un po’ “muscolare” (e non poteva essere altrimenti, è uno stile di destra) che contiene anche dei punti interessanti: ad esempio finora è l’unico nel quale ho visto definire la BCE come banca privata.
Vogliono il ritorno della lira: anche se la penso diversamente (il problema è l’azzeramento degli interessi passivi, che si può ottenere senza uscire dall’euro) lodo comunque la proposta che muove lo stagno del debito da sanare con svendite + lacrime + sangue. Ricopio il brano, perché è comunque una novità rispetto ai programmi visti finora.
L’euro non è la moneta dell’Europa ma è solo lo strumento attraverso cui una banca privata, la BCE, ha privato gli Stati europei della loro sovranità monetaria.
Il potere di battere moneta compete solo agli Stati perché il valore del denaro è dato dalla volontà dei popoli di accettare quella moneta come propria; senza questo atto di volontà la moneta non varrebbe nulla.
Il signoraggio (differenza tra il valore facciale della carta moneta ed il suo costo di stampa) deve andare a vantaggio di chi accetta il denaro, e non come avviene adesso attraverso la BCE che se ne è illegittimamente appropriata.
Per uscire da questo esproprio truffaldino dobbiamo in via provvisoria utilizzare la doppia circolazione monetaria: la lira per gli scambi interni e l’euro per il commercio internazionale.
Ovviamente la lira dovrà essere battuta dalla Banca d’Italia che dovrà essere interamente nazionalizzata sottraendola all’attuale controllo di soci privati.
Tutto questo dovrà durare fino alla creazione dell’unità politica dell’Europa che potrà così finalmente battere una moneta comune europea attraverso un apposito organismo statale.
Non hanno ancora capito tutto, ma hanno capito quasi tutto.
So bene che è il programma di una forza assolutamente minoritaria nella coalizione, comunque il brano c’è ed è (quasi tutto) ben fatto.
Rispetto al 2008 La Destra ha tolto le due assurdità “Castrazione chimica per i pedofili” e “Togliere la prostituzione dalle strade: abolire la Legge Merlin” che rendevano impossibile votarli. (3)
Lasciando da parte il fatto che Storace mi sembra concentrato più sulla Regione Lazio che sulle politiche, il programma in sé non contiene violazioni dei princìpi non negoziabili.
E inoltre qui la Carfagna non c’è.

Fratelli d’Italia
Dal punto di vista della moneta non sono certo a livello de “La Destra”. Parlano della BCE come “prestatore di ultima istanza”, cioè di fatto ne riconfermano il ruolo. Per la riduzione del debito parlano di dismissione del patrimonio pubblico.
Concentrano la lotta all’evasione sulle cose grosse, segnalando che attività criminali + Big Company + banche costituiscono i 2/3 dell’evasione fiscale. Vogliono la separazione tra banche d’affari e banche commerciali: ok.
Il capitolo famiglia è bello: quoziente familiare, iva 4% sui prodotti per l’infanzia, rimozione delle cause economiche e sociali che portano alla rinuncia alla maternità (non solo l’aborto, quindi), promozione del part-time e del telelavoro.
Mi fermo. Ovviamente il programma di Fratelli d’Italia, come di ogni altro gruppo, ha una marea di cose che non cito, perché ininfluenti sulla scelta base, ossia i princìpi non negoziabili.
Se potessi fare un cocktail tra Fratelli d’Italia e La Destra ne verrebbe fuori un programma di mio gusto.
Ma anche qui “contra facta nihil valent argumenta”.
Fratelli d’Italia è stato fondato anche da La Russa. E La Russa è uno dei principali colpevoli della guerra di Libia. La guerra offensiva, mascherata sotto la finta protezione dei civili, è una delle peggiori violazioni del pilastro “vita”. Oggi la Libia è una terra desolata, preda delle bande islamiche. Prima dei missili era il più prospero paese dell’Africa.
“I proventi del petrolio Gheddafi li ha usati per sviluppare il Paese: strade, scuole, ospedali, università, case popolari a bassissimo prezzo, inizio di industrializzazione, sviluppo agricolo con l’acqua tirata su nel deserto ad una profondità di 600-800-1.000 metri. Due acquedotti portano l’acqua dal deserto alla costa, 900 km. a nord. Ha mandato le bambine a scuola e le ragazze all’università, ha abolito la poligamia e varato leggi in favore della donna anche nel matrimonio: ad esempio ha proibito di tener chiuse le ragazze e le donne in casa e nel cortile cintato di casa. Ha controllato e tenuto a freno l’estremismo islamico. I 100 mila cristiani, pur con molti limiti, godono di libertà di culto e di riunione. La Caritas libica è un organismo stimato e richiesto di interventi. In Libia ci sono circa 80 suore cattoliche e 10.000 infermiere cattoliche, oltre a molti medici”. Padre Gheddo, su Asianews.
Gheddafi, un leader islamico che si stava trasformando in leader africano, con grandi idee sulla organizzazione monetaria e finanziaria dell’Africa unita. Un uomo che, partendo dall’Islam che non conosce la legge naturale universale, faceva continui passi in quella direzione.
Frattini e La Russa sono colpevoli della devastazione della Libia, assieme a tutti i lacchè (tra cui Casini) che si sono tranquillamente accodati. Ma La Russa come ministro della difesa ha colpe molto gravi. (4)
Colpe che volentieri estendo al mio quotidiano Avvenire. Quel titolo del 20 marzo 2011 “Pioggia di fuoco su Gheddafi”, mentre scaricavamo 110 missili Tomahawk sulla Libia, non me lo scordo di certo: non era un titolo compassionevole verso i civili che morivano sotto i missili.
Quindi Fratelli d’Italia ha un bel programma, ma non è votabile.
Ah, dimenticavo. L’altro uomo della guerra di Libia, Franco Frattini, è passato con Monti: un altro motivo per non votare Monti.

Lega + Tremonti
La testa mi pesa, scusami se tiro via con la Lega, tanto all’interno della Lega c’è Tremonti ed è lui quello che conta. La Lega ha firmato il programma 3L (Lista Lavoro Libertà) e ha ospitato il simbolo di Tremonti al suo interno.
Tremonti scrive che il suo Manifesto “è probabilmente l’unico programma organico presente in questa campagna elettorale”. Avendo guardato molti noiosissimi programmi, gli do pienamente ragione: il suo è un programma organico. Anche se, come sempre, non si può condividere tutto: ad esempio abbassare la maggiore età a 16 anni mi sembra un’idiozia, probabilmente da parecchio tempo Tremonti non entra in una scuola.
Abbassare la maggiore età a 16 anni. – La maggiore età si può acquisire con il compimento del sedicesimo anno di età. I giovani di oggi acquisiscono molto prima che in passato la coscienza e le conoscenze che li rendono adulti. Questo è il risultato di una scolarizzazione sempre più diffusa e prolungata, del mutamento dei rapporti sociali e tra i sessi, della diffusione dell’informazione, della maggiore conoscenza del mondo attraverso i mass-media ed i viaggi. E’ quindi logico che, come nel 1975 si riconobbero i fenomeni di modernizzazione abbassando la maggiore età da 21 a 18 anni, oggi si compia un passo ulteriore. Rendere i giovani maggiorenni all’età di 16 anni significa renderli pienamente responsabili di fronte a se stessi e di fronte alla società. Significa contrastare davvero l’esclusione e le forme di alienazione giovanile. Soprattutto, significa far loro avere una parte attiva nel determinare il futuro dell’Italia.
Però, nonostante alcuni punti di dissenso, affermo che questo è l’unico programma che ha capito il problema del secondo pilastro e detta le linee per ripararlo. Il manifesto ha un percorso descrittivo molto istruttivo. Poi ha anche una parte schematica, dalla quale pesco qualche chicca.

  • Il debito pubblico italiano può e/o deve tornare in mani italiane per bloccare il ricatto speculativo esterno. Titoli pubblici esenti da ogni imposta presente e futura.
  • Costituzione di una banca nazionale di “Credito per l’Economia” (CpE) sul modello tedesco della KFW.
  • Separazione tra credito produttivo e casinò o bisca finanziaria.
  • Le spiagge italiane sono italiane. Limite alle gare europee
  • Abbattimento dell’IMU sulla prima casa non di lusso.
  • Parallela introduzione a copertura di un’aliquota di imposizione bancaria e finanziaria sui profitti da attività speculative e sull’attività fatta nei paradisi fiscali.
  • Destinazione prioritaria dei risparmi da “COMPRA-ITALIA”, ed altro, a riduzione fiscale, a partire dalla eliminazione dell’IRAP per le imprese in perdita.
  • Pagamento in contanti delle pensioni più basse.
  • Introdurre a titolo sperimentale e volontario della “Simple Tax”
  • Referendum per una nuova costruzione politica dell’Europa; “battere i pugni” in Europa

Sì, qui ci sono davvero cose nuove.
Sai che per me fare un elogio a Tremonti non è così semplice. Se ricordi (5) nel 2008 fu proprio la presenza di Tremonti (colui che tentava sempre di tagliare le scuole paritarie) a rendere impossibile il mio voto a PdL + Lega.
E’ cambiato Tremonti o sono cambiato io? Diciamo che in questi 5 anni ho studiato intensamente il problema monetario e poi, nei mesi post-terremoto, mi sono imbattuto nel libro di Tremonti “Uscita di sicurezza”, dove c’è questa frase decisiva.
Due secoli fa è stato detto: «Sinceramente sono convinto che le potenze bancarie siano più pericolose che eserciti in campo» (Thomas Jefferson, 1816). Oggi è più o meno così ed è per questo che è arrivato il tempo di mettere lo Stato sopra la finanza e la finanza sotto lo Stato. Il tempo per fissare un limite allo strapotere del capitalismo finanziario. Farlo, finalmente, vuole dire porre fine a un ciclo ventennale di prevalenza contro natura dell’interesse particolare sull’interesse generale, vuol dire «cacciare i mercanti dal tempio», vincere la malia di potere ancora esercitata dai santoni del denaro.
Farlo vuol dire che è solo lo Stato che emette la moneta nel nome del popolo. Vuole dire che il credito serve per lo sviluppo e non per la speculazione. Vuole dire separare «il grano dal loglio e dalla zizzania», separare il produttivo dallo speculativo, come è stato per secoli. Vuole dire, tra l’altro, cominciare a difendere e stabilizzare i bilanci pubblici. Nell’insieme dare avvio a un sistema economico e sociale diverso, non solo più etico, ma anche più efficace di quel sistema monetarista che sta ora crollando e che purtroppo ci sta trascinando, se non facciamo resistenza, se non reagiamo, se non cambiamo.
L’ha scritto, non c’è dubbio: “è solo lo Stato che emette la moneta nel nome del popolo”. E lo ha ribadito non su libri o nei discorsi, ma presentando il 18 maggio 2012 la proposta di legge “Delega al Governo per la riforma dell’ordinamento bancario mediante la separazione tra credito produttivo e attività finanziaria speculativa”: la frase citata fa da cappello alla proposta di legge.
Tremonti ha quindi chiaro l’obiettivo finale, e ha chiaro il primo passo da fare.
Agisce per riparare il secondo pilastro violato, anche se Tremonti forse non sa nemmeno cosa siano i princìpi non negoziabili.
Quel brano e quel manifesto sono, per me, un assoluto colpo di genio. Da votare certamente.

Tremonti e Aspen
Avevo però un problema sul gozzo: cosa ci fa a presidente dell’Aspen Italia uno che parla così? Per me era inspiegabile.
C’era un blog collegato al libro, ho provato a scrivere.
A pagina 167 leggo “Farlo vuol dire che è solo lo Stato che emette la moneta nel nome del popolo”. Come si concilia questa frase con la sua presenza a capo dell’istituto Aspen, luogo nel quale nessuno la pronuncerebbe? Grazie e cordiali saluti. Giovanni Lazzaretti, San Martino in Rio (RE)
LA RISPOSTA – Caro Lazzaretti: dovrei dedurre che, secondo Lei, il libro da cui è tratta la citazione (pagina 167!) è stato stampato in clandestinità? Tanto cordialmente, Giulio Tremonti
Non è che la risposta chiarisca. Ma fa intuire.
Probabilmente le cose scritte nel libro e nel manifesto Tremonti le ha descritte anche all’interno dell’Aspen, pensando di trovare sostegno. E invece quella enunciazione ha decretato la sua fine, attraverso l’attacco dello spread programmato dai cosiddetti “mercati”. Dopo di che sono arrivate le “badanti bancarie” a bloccare ogni possibilità di movimento in quella direzione.
Tremonti continua a dire pacatamente che “i conti erano a posto”. E adesso che, col suo passo lento, la Ragioneria dello Stato ha pubblicato i dati del bilancio dello Stato 2011 dobbiamo ammettere che i conti erano a posto: era riuscito a ottenere un risultato positivo di bilancio nonostante i 73 miliardi di interessi passivi.
Anche Tremonti avrebbe adottato il Fiscal Compact, come ha fatto Monti. Anche lui avrebbe quindi “suturato la ferita lasciando il marcio dentro” (autocitazione). Ma aveva pronte massicce dosi di antibiotico, prima fra tutte il ritorno del debito in Italia.
Ha anche coniato un’espressione che affiancherò a quella che uso io “capitale autoalimentato”. Lui lo chiama “latifondo finanziario”, il latifondo dei tempi moderni.
Si sbaglia, se si pensa di poter risolvere con il denaro problemi che il denaro da solo può creare, ma che da solo non può comunque risolvere! L’economia non può essere e non può andare troppo a lungo contro la società. Invece, è da anni che va così. Ed è anche per questo che stiamo andando indietro, verso forme rinnovate dell’antico feudalesimo, in specie verso un tipo nuovo di latifondo: il latifondo finanziario.
Insomma, nonostante siano le 0.44 e la testa mi faccia male, noterai in me una specie di esultanza. Ed è vera esultanza quando le cose che hai studiato ed elaborato da dilettante le trovi dette da un professionista.
La mia matita è pronta per il voto a Tremonti, inserito nel simbolo della Lega.

Le rane bollite
Il sasso d’inciampo lo trovo nel posto più inatteso: Carlo Giovanardi.
Il Giovanardi che, unico o quasi, contestò le presunte fosse comuni in Libia 2011.
Il Giovanardi che, unico o quasi, ha contestato l’impostazione omosessualista del festival di San Remo 2013.
Giovanardi ha presentato al Senato un disegno di legge “Introduzione nel codice civile del contratto di convivenza e solidarietà”, 3 agosto 2012. Sono i DICO di centro destra, non citati nel programma, ma pronti per l’approvazione.
Traggo dal suo sito.
GAY: GIOVANARDI, PDL PER CONTRATTI DI ‘SOLIDARIETA’ E CONVIVENZA’ PROPOSTA PIU’ APERTA E LIBERALE DI QUELLA CHE RIGUARDA SOLTANTO COPPIE GAY
Roma, 5 feb. (Adnkronos)- “Il presidente Silvio Berlusconi ha più volte ricordato che nel programma del Pdl viene riproposto il disegno di legge di riforma del codice civile che prevede l’introduzione dell’ordinamento di cosiddetti ‘contratti di solidarietà e convivenza’”. Lo dichiara il senatore Carlo Giovanardi, responsabile delle politiche famigliari del Pdl, primo firmatario del disegno del disegno di legge depositato al Senato lo scorso anno.
“La nostra proposta -sottolinea- corrisponde pienamente a quanto indicato monsignor Vincenzo Paglia e cioè il riconoscimento dei diritti, soprattutto, ma non solo in campo patrimoniale, a chi decide di vivere in quelle che la Corte costituzionale ha inquadrato bell’ambito delle formazioni sociali. Sia che si tratti di fratelli e sorelle o vedove, parroco e perpetua, memores domini, insomma chiunque voglia condividere convivenza e solidarietà, senza che lo Stato si preoccupi di indagare i motivi di questa scelta, potrà stipulare davanti ad un notaio un contratto che risolva i problemi relativi alla proprietà della casa, l’affitto, l’assistenza ospedaliera, la successione nella parte disponibile, ecc.”
“E’ una proposta molto più aperta e liberale di quella che riguarda soltanto le coppie gay -conclude Giovanardi- non lede il principio costituzionale della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, e risolve ogni dubbio circa le lamentate discriminazioni di cui sarebbero vittima in Italia le coppie che convivono senza volere o senza potere sposarsi”.
Mario Palmaro ha scritto un articolo in cui si parlava di rane. Se butti una rana nell’acqua bollente, quella schizza fuori. Se invece la metti nell’acqua fredda e poi scaldi l’acqua un po’ alla volta, la rana si lascia cuocere. Metafora utile, ad esempio, per descrivere quei cattolici che combatterono la legge sull’aborto, e adesso ne parlano come di una “buona legge” da applicare meglio.
Si può cambiare idea nella vita? Certo, su tutto. Tranne che sui princìpi non negoziabili.
Ora se il sottoscritto il 12 maggio 2007 andò a Roma per dare un apporto alla famiglia e contro i DICO della Bindi, non si può pretendere che adesso accetti serenamente i SOCO di Giovanardi.
Le abbiamo provate tutte. A Novellara gli è stato chiesto perché l’ha fatto. Ha risposto che prima o poi l’Anna Paola Concia bisogna pur farla tacere con la sua insistenza.
Ossia ha dichiarato che l’Anna Paola Concia ha bollito a fuoco lento Giovanardi.
Ho anche provato a scrivergli sul sito.
Le chiedo di ritirare pubblicamente la proposta di legge per le convivenze, che rende impossibile il votarla.
Caro Lazzaretti, dovrebbe girare la richiesta al vescovo X, responsabile di XXX, al Vescovo Y, responsabile di YYY e al prof. Z, docente alla ZZZ, che hanno sollecitato i parlamentari a lavorare sul Codice Civile per garantire i diritti individuali nelle formazioni sociali. Tutti e tre hanno condiviso il contenuto del disegno di legge. Cordiali saluti. Carlo Giovanardi
Chiama tre persone, due vescovi e un professore cattolico, a “correo” (ovviamente non cito i nomi).
Che tristezza. Se è vero, e approfondirò appena possibile, anche X Y Z li metto nella categoria delle “rane bollite”.

Niente da fare
Nel testo “1305 – Cadono i primi birilli” avevo scritto questa frase.
A dir la verità c’è un altro preliminare da precisare. Se una lista da una parte ripara uno dei 4 pilastri e dall’altra rovina uno dei 4 pilastri come va giudicata? Prevale il positivo della riparazione o il negativo della distruzione? Prevale il negativo.
Mi sono fregato con le mie mani: Tremonti ripara il secondo pilastro e Giovanardi attacca il terzo. Ma sono contento di averlo detto all’inizio, detto adesso avrebbe avuto meno valore.
Avrei dato il voto al mio “nemico” Tremonti molto volentieri. Ma la posizione di Giovanardi, per di più legata al partito più forte, rende impossibile il voto.
Se Dio mi tiene una mano sulla testa, rana bollita non la sarò mai.
Se i DICO erano erronei, anche i SOCO sono erronei, e non sarà il richiamo a parroco + perpetua e ai memores domini a modificarne la natura: quella è solo la “foglia di fico”, utile per Giovanardi. Ma la verità è un’altra cosa.
Ogni disegno di legge che assegni diritti in base alla convivenza è un errore.
Vuoi consentire a qualcuno di assistere qualcun altro in ospedale? Fai una mini legge dove chiunque può indicare per iscritto persone autorizzate a conoscere il suo stato di salute o ad assisterlo, in aggiunta agli aventi diritto, e INDIPENDENTEMENTE DALLA CONVIVENZA. Questa è la via che può assegnare qualche giusto diritto senza offrire aperture matrimoniali ai gay.
Niente da fare, il parto del voto 2013 sembra quello di mia figlia: eterno.

Ore 1.38, non rileggo oltre, perdona gli errori.
Giovanni

NOTE
(1) Vedere il testo precedente “1308 – Stare con Putin?”, parte finale.
(2) Vedere l’inizio del testo precedente “1308 – Stare con Putin?”.
(3) Vedere su www.carairma.it il testo “50 – Piccolo imprevisto + Destra” nella sezione “Elezioni 2008”
(4) Su www.carairma.it c’è una sezione dedicata alla guerra di Libia
(5) Vedere su www.carairma.it il testo “51 – Dichiarazione di voto” nella sezione “Elezioni 2008”