Home Lettere ai giornali e varie 2008-07-18 Avvenire - Englaro
2008-07-18 Avvenire - Englaro PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Giovedì 31 Luglio 2008 17:27

Lettera ad Avvenire

San Martino in Rio, 18 luglio 2008


Caro Direttore,

il signor Englaro è un padre che vive una gravissima sofferenza familiare.

Il signor Englaro è però anche una persona che partecipa a conferenze e viene intervistato da giornali nazionali.

Attraverso conferenze e interviste il signor Englaro fa attività politica: cerca infatti di convincere gli italiani che alimentazione e idratazione sono delle “cure mediche”, e cerca di convincere che alimentare e idratare una persona in stato vegetativo costituisca “accanimento terapeutico”.

Il signor Englaro ha quindi fatto propria la posizione dei radicali e dell’associazione Exit – Italia (Associazione Italiana per il diritto ad una Morte Dignitosa) che propone un modulo di testamento biologico nel quale si legge: “Qualora non fossi più in grado di assumere cibo o bevande, rifiuto di essere sottoposto alla idratazione o alimentazione artificiale”.

Grazie all’azione politica del signor Englaro, anche giornali teoricamente “moderati” (vedi il Resto del Carlino) mettono nelle prime pagine interviste al presidente di Exit Italia e sondaggi sull’eutanasia.

Papà Beppino” è l’espressione che viene spesso utilizzata per identificare il signor Englaro; espressione balorda, perché introduce un aspetto sentimental – confidenziale in quella che è invece una durissima battaglia politica: i radicali voglio introdurre l’eutanasia in Italia, violando per l’ennesima volta la legge naturale universale; lo fanno secondo il loro stile, lavorando su un caso pietoso, e “papà Beppino” lavora per loro e con loro.

La posizione di Englaro e dei radicali è erronea. Gli uomini di buona volontà devono affermare con forza che alimentazione e idratazione sono diritti naturali della persona e non sono certamente cure mediche.

Eluana Englaro è viva. In conseguenza della sua disabilità, Eluana non è in grado di nutrirsi e idratarsi da sola. Non c’è nessuna “spina da staccare”. Qualcuno toglierà il sondino nasogastrico dal suo corpo e, non dimentichiamolo, qualcuno impedirà ad altri soggetti di reinserirlo e di nutrirla. La morte sarà cagionata dalla mancata nutrizione e idratazione di un soggetto che non è in grado di nutrirsi e idratarsi da solo: avverrà attraverso azioni “attive” (togliere il sondino, impedire ad altri di reinserirlo), non sarà certo una via “passiva” o “omissiva” quella che porterà alla morte di Eluana Englaro.

Non essendo “omicidio di consenziente” (Eluana non può esprimere alcun consenso) e non essendo “suicidio assistito” (in stato vegetativo non si può avere una volontà suicida), come chiamare questo atto? Un tempo lo si sarebbe chiamato col suo nome: “omicidio volontario”. Adesso invece ci siamo evoluti e ci balocchiamo coi sondaggi: “sei favorevole o contrario a staccare la spina a Eluana?”. A questo porta il sentimentalismo unito all’abbandono della ragione.

Un caro saluto.

Giovanni Lazzaretti

 
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