Home Lettere ai giornali e varie 2010-09-11 La Libertà - Natalità e 194
2010-09-11 La Libertà - Natalità e 194 PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Domenica 03 Aprile 2011 18:58

San Martino in Rio, 11 settembre 2010

Caro Direttore,

su “La Libertà” del 4 settembre leggo che il consigliere provinciale Marcello Stecco ha indirizzato una lettera aperta ai 6 consiglieri regionali reggiani. La riassumo per sommi capi.

  • L’Italia è fanalino di coda in Europa nelle politiche per la famiglia, di cui la natalità costituisce il cuore pulsante; siamo più indietro della laicissima Francia;

  • in questo contesto non possiamo permetterci che, in un territorio ricco come l’Emilia Romagna, una persona non possa nascere per ragioni economiche e sociali;

  • la Regione, con decisione coraggiosa, nel 2009 ha realizzato una ricerca sulle motivazioni portate dalle donne nelle richieste di aborto;

  • ciò che colpisce dei risultati è la significativa presenza di motivazioni socio – economiche;

  • di fronte a risultati così eloquenti la Regione deve arrivare ad azioni legislative coerenti e tempestive.

La lettera inizia bene, ricordando che l’Italia è fanalino di coda nelle politiche familiari (devo solo precisare che la Francia non è “laicissima”, ma semplicemente “laicista”). Dopo il buon inizio, la lettera imbocca però un binario sbagliato.

Stecco definisce “coraggiosa” la decisione della Regione di indagare sulle motivazioni dell’aborto. Di coraggioso però non c’è nulla; c’è invece la tacita ammissione che in 30 anni di aborto non esiste ancora una statistica permanente e pubblica sulle motivazioni addotte dalle donne.

Comunque adesso, se non c’è una statistica, c’è almeno questa indagine; e “ciò che colpisce dei risultati è la significativa presenza di motivazioni socio - economiche”. Il consigliere Stecco rimane colpito, ma in realtà è la scoperta dell’acqua calda. Ricordiamo le possibili motivazioni consentite dalla legge 194: “serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito”. Posto che gli aborti per serio pericolo di salute della madre sono statisticamente inapprezzabili, come pure gli aborti per concepimenti originati da violenza, restano solo due motivazioni: socio – economiche o eugenetiche. E le socio – economiche sono ovviamente le più rilevanti.

C’è in realtà una terza motivazione, la più diffusa: l’aborto usato come controllo delle nascite. Poiché però questa motivazione è illegale, la si maschera sotto altre diciture (cosa facilissima, visto che la legge 194 non prevede nessun controllo oggettivo sulla validità delle motivazioni addotte) (*).

Dalla constatazione delle motivazioni socio – economiche dell’aborto il consigliere Stecco chiede che partano iniziative legislative per la famiglia. Questo è un abbinamento pericoloso.

  • Le politiche per la famiglia devono essere create in ogni caso, anche se in Italia non ci fosse nemmeno un aborto. Devono essere create perché sono “bene comune”.

  • E l’aborto deve sparire dall’Italia non per la denatalità, non perché “non ce lo possiamo più permettere”, ma perché l’uccisione dell’innocente è “male assoluto”.

Guai a confondere i due piani.

Il consigliere Stecco chieda politiche per la famiglia. E contemporaneamente chieda la cessazione degli aborti: se la donna ha davvero problemi socio - economici, le daremo l’aiuto necessario; se davvero ha problemi psicologici, le daremo supporto psicologico; nei rari casi di pericolo di vita ci affideremo alla sapienza dei medici.

Ma noi invece continuiamo a vivere tranquillamente l’orrore della 194. E, orrore nell’orrore, con le tasse prelevate ai poveri consentiamo ai ricchi di uccidere gratis i propri figli.

Un caro saluto

Giovanni Lazzaretti

Nota (*) - In questo campo la Francia (dove l’aborto non è più sotto la legge Veil del 1975, ma sotto la “moderna” legge Aubry del 2001) almeno non è ipocrita: la cosiddetta IVG è un diritto fino alla 12a settimana di gravidanza, senza bisogno di fingere motivazioni. E in più i rapporti governativi non hanno timore a descrivere il fallimento delle politiche di “prevenzione”: la diffusione della contraccezione è massiccia, ma gli aborti non calano di un’unità; e il 72% degli aborti avviene su donne sotto contraccezione. “Evaluation des politiques de prévention des grossesses non désirées et de prise en charge des interruptions volontaires de grossesse suite à la loi du 4 juillet 2001”, redatto dall’IGAS (Inspection générale des affaires sociales) legato al Ministero della Salute francese: “Huit ans après l’adoption de la loi de 2001 le contexte français demeure paradoxal: la diffusion massive de la contraception n’a pas fait diminuer le nombre des IVG, qui se maintient aux environs de 200 000 par an. […] 72% des femmes qui recourent à l’IVG étaient sous contraception; dans 42% des cas cette contraception reposait sur une méthode médicale théoriquement très efficace (pilule ou stérilet)”.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 06 Aprile 2011 21:10
 
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