San Martino in Rio, 8 novembre 2009 Caro Direttore, la lettera dell’onorevole Bachelet (03/11/09) è lunga e appassionata, ma non è molto originale. Se lei vede un gruppo di cattolici “assortiti” discutere di politica sul sagrato di una chiesa, sentirà emergere i medesimi argomenti di Bachelet: “Il mio partito è pieno di cattolici praticanti!” - “Anche il mio!” – “Voi siete contro la vita e la famiglia!” – “Voi fate morire i clandestini in mare!”. E’ una lagna che si ripete, variati i termini, intatta nella sostanza, dal 1994 con l’avvento del maggioritario. Quando il grosso dei cattolici votava DC, la critica al proprio partito era prassi comune. Da quando nessuno dei partiti può dirsi “partito dei cattolici”, si nota un’assolutizzazione dell’appartenenza partitica, con conseguente disprezzo delle opzioni altrui. E questa frattura partitica si riflette nella Chiesa. Negli incontri in diocesi sento sempre questa frase: “Su certi argomenti in parrocchia si litiga. Oppure si tace per non litigare”. Cos’è accaduto? E’ accaduto che la maggioranza dei cattolici non sa più cos’è la legge naturale universale. Se la conoscessero, si collocherebbero in questo “luogo d’incontro per gli uomini di buona volontà” e da lì giudicherebbero la legislazione, la politica e i partiti. Da questo luogo si renderebbero conto che l’Italia ha già violato la legge naturale universale almeno 5 volte: divorzio, aborto, contraccezione di Stato, legge 40 (sì, l’abbiamo difesa, ma solo come male minore), ratifica del Trattato di Lisbona (che recepisce la falsa “Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea”); si renderebbero conto che altre leggi di violazione sono in cantiere: testamento biologico comunque formulato, legge sulla cosiddetta “omofobia”, legge sulle convivenze comunque denominate; si renderebbero conto che ci sono leggi da criticare “politicamente” e altre da criticare “strutturalmente” perché violatrici della legge naturale universale; inizierebbero la prassi corretta per un cattolico e per ogni uomo di buona volontà: criticare il proprio partito ogni volta che sgarra su questi temi; capirebbero che la distinzione laico – cattolico è falsa: la distinzione corretta è quella tra laico (colui che segue la legge naturale universale) e laicista (colui che crede al “totalitarismo della maggioranza”). Per un Bachelet che si trova a casa sua nel PD, si troverà certamente un altro cattolico che si trova a casa sua nel PdL, IdV, UdC, Lega. Personalmente non sarò “a casa mia” finché la legge naturale universale non riemergerà nel cuore degli italiani. Un caro saluto Giovanni Lazzaretti
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