Home Lettere ai giornali e varie 2009-11-01 Avvenire - papiro 7Q5
2009-11-01 Avvenire - papiro 7Q5 PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Lunedì 07 Dicembre 2009 18:06

San Martino in Rio, 1 novembre 2009


Caro Direttore,

il 27 ottobre Avvenire ha ripreso la risposta data dal card. Martini a un lettore del Corriere della Sera che gli chiedeva pareri sul papiro di Qumran 7Q5 (papiro che, secondo O’Callaghan e secondo il defunto C. P. Thiede conterrebbe un brano del Vangelo di Marco). Ecco la breve risposta del cardinale:

Sono stato il primo a cui il professor O’Callaghan partecipò con emozione la sua ipotesi e ho letto anche quanto hanno scritto il professor Thiede e altri. Dopo un primo momento di benevola attenzione all’ipotesi, mi sono convinto, con la maggioranza degli esegeti, che essa non ha fondamento. Si tratta infatti di otto lettere di un piccolissimo frammento di papiro trovato nella grotta 7 di Qumran, su varie righe di testo. In esse, solo con l’ammissione di un grossolano errore dello scriba, si potrebbe adattare qualche riga del Vangelo di Marco, ma anche altri testi. Ritengo quindi che l’ipotesi non abbia fondamento e che non se ne possano trarre conseguenze.”

La frase è un classico esempio di “divulgazione alla rovescia”: con una frase lapidaria tronca una questione complessa e consegna ai lettori del Corriere una serie di errori.

Primo errore: “la maggioranza degli esegeti”. Cosa c’entrano gli esegeti nella valutazione di un papiro? I papiri vengono valutati da archeologi, papirologi, filologi e storici; l’esegeta, col suo lavoro di spiegazione, interpretazione, esposizione critica del testo, interviene dopo, quando un papiro è stato valutato e datato.

Secondo errore: “otto lettere”. Se ne vedono in realtà 15 anche per un profano a occhio nudo. In realtà le lettere da prendere in considerazione sono 20, più alcuni spazi significativi.

Terzo errore: “Dopo un primo momento di benevola attenzione”. Un po’ riduttivo. In realtà Martini scriveva così sull’ipotesi O’Callaghan: “un’ipotesi appoggiata su considerazioni serie e degne di grande attenzione […] Si annunciano quindi prospettive nuove e interessanti per valutare l’origine dei vangeli”.

Quarto errore: “Solo con l’ammissione di un grossolano errore dello scriba”. Questo è troppo. Il “grossolano errore” ovviamente era sotto gli occhi di Martini anche nel 1972. Si tratta di una lettera “tau” al posto della lettera “delta” (tiaperasantes invece di diaperasantes): ma questa variante D à T è attestata in 12 casi nella Bibbia dei Settanta, in due papiri del Nuovo Testamento e addirittura in una lapide.

No, cardinale. Il giovane e sveglio Carlo Maria Martini aveva già visto nel 1972 quel banale scambio D à T. Che adesso, nel 2009, utilizzi questo argomento per archiviare il papiro 7Q5 è una faccenda che lascia molto perplessi.

Cordiali saluti

Giovanni Lazzaretti

 
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