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2008-12-13 Piccolo prontuario di fronte alla situazione economico - finanziaria PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Giovedì 18 Dicembre 2008 22:02

Premessa

Il sistema bancario internazionale ha mostrato nei fatti di non essere al servizio del bene comune.

Non riusciamo nemmeno a cogliere l’enormità di tutti i misfatti accaduti in questi ultimi anni, perché a ogni evento eclatante noi ci siamo già dimenticati degli avvenimenti precedenti e perché in genere ci interessiamo solo dei misfatti che hanno influenza locale; quello che accade in Messico o in Malaysia ci interessa meno.

Dire che il sistema bancario internazionale è da ripensare dalle fondamenta non significa dire che ogni singola banca è “cattiva”: ci sono banche buone o ottime, ma sono comunque inserite in un sistema bacato che loro non sono in grado di riformare; possono al massimo impegnarsi per attenuare gli effetti più perversi.

Parlerò quindi sempre di “sistema bancario”, non della moralità della singola banca o del singolo banchiere.


Sintesi brutale dell’evoluzione del sistema monetario.

Non è certamente una sintesi esaustiva, anzi, sottolineo che è una sintesi brutale. Ma ho constatato che molti non conoscono nemmeno questi passaggi minimi.

  1. Gli uomini, quando inventarono il denaro, cercarono di dotarlo di valore intrinseco (la moneta d’oro, la moneta d’argento).

  2. A un certo momento qualcuno ideò la “lettera di cambio”: invece di portarti dietro delle monete d’oro in viaggio, deposita le monete nella mia banca; io ti do una lettera ufficiale di cambio; quando arrivi nel tuo luogo di destinazione vai nella banca tal dei tali, consegni la lettera, e ti danno le monete corrispondenti; per questo servizio pagherai alla banca un certo prezzo.

  3. In quel momento nasce l’inflazione di carattere bancario. Infatti, nel periodo che intercorre tra la consegna della lettera e il cambio effettivo in moneta, esistono in giro sia le monete che la lettera: la massa monetaria è cresciuta.

  4. Capita poi che la gente cominci a pagare direttamente con la lettera, invece di cambiarla in moneta e poi pagare. La lettera diventa denaro circolante permanente.

  5. Le banche capiscono poi che, visto che questo sistema fiduciario funziona, possono tentare un ulteriore passo: prestare le cambiali di se stesse. Non ti presto più le scomode monete, ti presto una lettera di cambio, spendibile in qualunque banca in giro per l’Europa. E’ l’inizio dell’emissione di denaro bancario.

  6. Lo Stato intuisce che può fare la stessa cosa. Perché battere moneta? Conviene avere una riserva aurea e stampare carta, molto più trasportabile, molto più facile da custodire.

  7. Le banche “convincono” gli Stati che non è bene che siano loro a emettere moneta cartacea, perché sarebbero sempre tentati di stamparne troppa per motivi politici. Meglio che la carta venga emessa dalle banche, o meglio dalla Banca Centrale che ha il “suono” di un organismo statale, ma non lo è.

  8. Poi si conviene tra gli Stati che è inutile che tutti detengano riserva aurea. E’ sufficiente che la riserva l’abbiano gli USA, e che gli USA garantiscano di cambiare in ogni momento i dollari in oro.

  9. A un certo momento della storia, Nixon annuncia che gli USA non cambieranno più i dollari in oro.

  10. Non accade nulla, le monete continuano a circolare come se niente fosse, mostrando quindi che non è il loro valore intrinseco a contare, ma solo la fiducia che la carta ricevuta potrà essere spesa.

  11. La fiducia è ovviamente legata alla percezione che “la gente lavora”: la massa monetaria in circolazione dovrebbe fotografare il livello di operosità del popolo.

  12. Le banche colgono l’essenza del cambiamento: se non c’è più bisogno di una riserva aurea, il denaro è diventato carta; meglio ancora, con la diffusione dei computer il denaro è diventato un numero.

  13. Anche le azioni delle società non sono più cartacee, ma diventano numeri manovrabili da computer.

  14. Anche le merci diventano virtuali. C’è gente che continuamente compra e vende petrolio senza mai aver bisogno di una goccia di petrolio. Lucra solo sulle differenze di prezzo.

  15. Intanto le banche prestano i soldi che non hanno. Con una riserva di 10 prestano per 100, creando inflazione e lucrando interessi. Possono farlo, perché non devono mica consegnarti un sacchetto di monete d'oro. Ti fanno un fido, dal quale tu staccherai assegni o farai bonifici che finiranno nuovamente nel calderone bancario.

  16. Le esplosioni periodiche del sistema non sono accidenti, sono la normale perdita di capitale a carico di alcuni, destinata a pagare i guadagni speculativi di altri soggetti.

  17. Il tutto viene realizzato con la “finanza creativa”. Ad esempio, presto denaro a dei poveracci, mutui - casa senza garanzie; poi creo delle società intermedie che cartolarizzano i mutui assurdi che ho emesso; poi queste società emettono obbligazioni che vengono valutate come “solide”; queste vengono piazzate per il pianeta ad altre banche e ai risparmiatori; la banca iniziale che ha fatto l’operazione ha sparso per il mondo le sue tossine: un castello di crediti uno appoggiato all’altro, e appoggiato infine sul poveraccio che non pagherà e perderà la casa.

Tutto questo è sintesi brutale, sia come concetti che come scansione temporale (volutamente non ho messo date, perché è una sequenza di concetti, non necessariamente di tempi).

Ma forse a qualcuno può servire.


Una ricetta utopica

Alcuni pensano che la ricetta per sistemare il tutto sia l’eliminazione dei banchieri “cattivi” per sostituirli con banchieri “buoni”. Meglio che niente.

La ricetta reale è un po’ più complessa, e comporta uno sconvolgimento completo delle nostre idee e abitudini.

  1. Al punto 12 erano gli Stati e non le banche a dover cogliere l’essenza del cambiamento.

  2. Lo Stato avrebbe dovuto dire: “Visto che il denaro è solo un numero e non ha bisogno di riserve, da ora in poi il denaro lo emetto io. Valuto preventivamente quanto denaro posso emettere in base alla forza economica della nazione e lo emetto. Questo importo costituisce di fatto il livello di inflazione che può essere retto dal paese che lavora e che produce. E’ giusto che questo livello sia deciso dal governo eletto dal popolo”.

  3. Come lo emette? Dove trova questo denaro lo Stato? Lo emette e basta, come fanno le banche quando prestano soldi che non hanno: fa bonifici allo scoperto per tutti i pagamenti che deve fare.

  4. Questo porta ovviamente all’estinzione del sistema fiscale: inutile raccogliere denaro, visto che lo Stato può emetterlo a costo zero.

  5. Porta all’estinzione del sistema pensionistico: lo Stato al raggiungimento di una certa età verserà a tutti una cifra mensile non legata a contributi; chi vuole avere di più, si arrangerà con compagnie private.

  6. Fine del “nero”, fine dell’evasione fiscale, fine della lotta continua tra cittadini e Stato, fine delle procedure burocratico – fiscali. Le ditte sarebbero solo impegnate a lavorare e a far quadrare i bilanci.

  7. L’abolizione del fisco porta alla sparizione della progressività fiscale: viene sostituita dall’erogazione annuale, da parte dello Stato, di una certa somma uguale per tutti i cittadini (minorenni compresi, posti sotto la tutela di un altro codice fiscale). Questa erogazione, oltre a sostituire la progressività fiscale, fa da sostegno alle famiglie numerose.

  8. Le banche non possono più prestare soldi che non hanno. Se raccolgono da un cittadino 1000 euro per un anno, pagandogli al tasso X, possono prestare gli stessi 1000 euro per un anno a una ditta, ricevendo dalla ditta un tasso X+D: la differenza di tasso serve per pagare strutture e impiegati, e per avere un giusto utile.

  9. La borsa ridiventa un commercio di azioni cartacee e di merci reali. Una quotazione al giorno è già esagerata. Il valore di una ditta potrebbe tranquillamente essere quotato una volta al mese. Le merci, forse, una volta alla settimana.

Assurdo? Certamente. Un economista si metterebbe a ridere.

Io invece guardo mia madre, catalogata come investitore “estremamente prudente”. Guardo quanto aveva fiduciosamente consegnato al sistema bancario. Guardo quanto c’è rimasto adesso.

E non rido.

Quello che propongo sembra assurdo (non lo propongo io, ovviamente, ma lo propone qualche economista fuori dal coro), ma mai così assurdo come il sistema attuale, nel quale il denaro viene emesso da privati (le banche) a loro vantaggio e creando l’inflazione che pare a loro.

Ad esempio, come faranno gli Stati, in questo drammatico frangente, a salvare le banche?

E’ ovvio, salveranno le banche indebitandosi con le banche.

Visto che lo Stato non emette denaro, lo Stato emetterà dei BOT, che verranno acquistati dalle banche, le quali autorizzeranno lo Stato a fare bonifici su soldi inesistenti, al fine di salvare le banche.

Inflazione a valanga.

In gergo lo chiamano “denaro fresco”.


Piccoli comportamenti in attesa di un nuovo sistema.

Pensare un nuovo sistema ovviamente non significa realizzarlo. Ma capirlo aiuta in una serie di piccoli comportamenti quotidiani.

  1. Occorre dimenticare il concetto di “interesse”. Il nostro unico scopo deve essere quello di salvare il capitale. L’unico tasso di interesse equo al quale posso aspirare è quello compatibile con il livello di produttività del mio Paese. Se mi offrono un tasso più alto, i casi sono due: o, prima o poi, perderò parte del capitale (danno economico), oppure mi pagheranno effettivamente gli interessi alti, ma qualcun altro nel mondo perderà parte del capitale (danno morale, peccato sociale).

  2. Se acquisto azioni, devo acquistarle e impormi di dimenticarle per il periodo di tempo che ho destinato all’investimento. Le azioni mi servono per ottenere la mia parte di dividendi, ossia di reddito legato al lavoro; il crescere o il calare del valore dell’azione è un dato accessorio del quale mi occuperò solo quando si profila la necessità di venderle.

  3. Se mi invitano a passare da acquisti cartacei ad acquisti “dematerializzati”, rifiuterò l’offerta e sceglierò sempre l’acquisto cartaceo (vedi ad esempio l’invito a passare dai buoni postali cartacei ai dematerializzati).

  4. Se devo pagare una fattura o una bolletta e ho i soldi disponibili, la pagherò subito senza attendere la scadenza: la minuscola perdita di valuta che subisco, si tradurrà in un vantaggio ben più consistente per chi riceve i soldi; aiuterò la ditta ricevente a liberarsi dal giogo bancario.

  5. Se sono una persona che fa offerte e gesti di liberalità, passerò dall’erogazione decisa caso per caso, all’erogazione stanziata a percentuale fissa annuale sulle entrate, diventando così, in una certa misura, “la banca di me stesso”.

  6. Non farò investimenti tipo “pronti contro termine” che comportino giochi sulle diverse monete mondiali, e nemmeno sul gioco acquisto / vendita di merci.

  7. Acquisterò volentieri i BOT, il debito dello Stato, contento del fatto che l’aumento degli acquisti farà calare i tassi.

  8. Attiverò ogni forma di prestito alternativo che affranchi una persona o un ente dalla necessità di esporsi con le banche.

  9. Farò promozione culturale spiegando che non è vero che le banche ci aiutano con i mutui a pagare abitazioni che hanno prezzi proibitivi. Ma è vero il viceversa: le case hanno prezzi proibitivi proprio perché le banche erogano i mutui. Nel costo di una casa circa il 77% (settantasette%) è costituito da interessi pagati alle banche.

  10. Farò promozione culturale spiegando che non è vero che pagare un mutuo è come pagare un affitto, col vantaggio che alla fine la casa è tua. Intanto nel mutuo una buona parte sono interessi (denaro quindi che va al mondo della finanza), mentre un affitto pagato entra nel mondo dell’economia. Inoltre, se non riesco a pagare un mutuo, perdo i soldi pagati e la casa; se non riesco a pagare l’affitto al massimo mi sfrattano.


La prima promozione culturale

La prima promozione culturale è però quella di capire che il sistema bancario ha tre diverse funzioni e che queste tre funzioni le tiene volutamente mischiate per impedirci di capire e per farci diventare tutti investitori, assatanati di tassi e di valute.

Funzione n.1

Consegno i miei soldi alla banca perché ho paura dei furti, perché mi fa comodo pagare con assegni e con bonifici, perché desidero prelevare i contanti solo quando servono, perché mi è utile avere un piccolo fido, perché è pratico ricevere lo stipendio in banca.

Questo primo tipo di conto corrente bancario è un conto di servizio: non c’è il concetto di valuta, non c’è il concetto di interesse, è un servizio a pagamento. Mi accorderò con la banca e pagherò tot euro l’anno per il solo fatto di avere il conto, tot euro per ogni bonifico, tot euro per ogni assegno, tot euro secondo il livello di fido che mi serve, eccetera.

La banca viceversa ha l’obbligo di tenere tutto il denaro di questi conti a disposizione del cliente. Non può prestarlo a nessuno. Dovrà effettuare tutti i pagamenti in tempo reale (se il denaro esce dal mio conto oggi per un pagamento, deve arrivare oggi sul conto di chi riceve).

Il denaro che la banca incassa per questi servizi serve a pagare i dipendenti e la struttura, e ad avere il suo giusto utile.

Funzione n.2

Se ho troppi soldi sul conto di servizio, posso toglierli e passarli sul conto di prestito. Qui viceversa esiste solo il concetto di interesse e non esiste il concetto di spesa per le operazioni. Presto il denaro alla banca al tasso X per un tempo Y; la banca lo presterà a un’impresa al tasso X+A per lo stesso tempo Y.

Il denaro prestato non può superare quello ricevuto. Se la banca non sa a chi prestare, rifiuterà i miei soldi.

Il denaro che la banca incassa in più dalla differenza dei due tassi, serve a pagare i dipendenti e la struttura, a tutelarsi dalle insolvenze delle ditte, e ad avere il suo giusto utile.

Funzione n.3

La terza funzione, l’emissione del denaro, viene tolta alle banche e passata allo Stato.


Un economista direbbe che il vincolo della funzione n.2 bloccherebbe l’economia. Falso, perché la funzione n.3 è passata allo Stato che, se vede l’economia inceppata da scarsa liquidità, può avviarla semplicemente erogando la cifra X a ogni cittadino, minorenni compresi (questo meccanismo di erogazioni in parti uguali, già citato, sostituisce l’attuale “progressività fiscale” e contemporaneamente aiuta le famiglie più numerose). Oppure lo Stato può erogare una cifra a ogni ditta, commisurata sul livello di occupazione che la ditta ha garantito negli ultimi dodici mesi.


Un sogno? Un’utopia?

Sì un’utopia. Ma solo perché, se un governo prendesse queste decisioni, qualcuno certamente morirebbe ammazzato.

Noi dobbiamo pensare di essere come i primi cristiani di fronte alla schiavitù: impossibile abolirla di botto, ma di fatto è poi scomparsa. I piccoli comportamenti non possono dare risultati immediati ed eclatanti, ma possono incrinare la struttura.

E’ un sogno.

Ma in due o tre generazioni si può realizzare.

 
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