Home Elezioni 2013 6 - Tu quoque, Bersani
6 - Tu quoque, Bersani PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Lunedì 18 Febbraio 2013 18:31

A cancellare Ingroia e Pannella c’ero arrivata anch’io J. Adesso avanti coi “piatti forti”.

Di quella divagazione sul peccato mortale sei ben sicuro? Un persona mi ha ricordato che non si deve giudicare, punto e basta.

Ciao

Irma

 

 

 

San Martino in Rio, 16 febbraio 2013, beato Giuseppe Allamano

 

Cara Irma,

la faccina J non me l’aspettavo e mi è venuto da sorridere.

Ho insistito con Ingroia (anche se immaginavo che non fosse per te una tentazione di voto) per il fatto che prende il posto in queste elezioni 2013 di ciò che fu “La Sinistra L’Arcobaleno” nel 2008 e la “Rosa nel Pugno” nel 2006.

Il posto cioè delle avanguardie, quelle che ti annunciano tutte le porcherie che vogliono fare nella società umana, anche se ovviamente non hanno per ora la forza di realizzarle tutte. Ci pensano poi i partiti di massa a farci digerire un po’ alla volta i vari bocconi.

Però adesso sei tu che mi fai divagare e non mi fai partire coi piatti forti.

Con quel brano sul peccato ho voluto solo ricordare che la “materia grave” è una realtà oggettiva e non ha nulla a che vedere col giudizio. Se ad esempio il Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes), i Papi, il Magistero in generale, chiamano l’aborto “abominevole delitto”, non stanno giudicando né la mamma che abortisce il figlio, né nessun altro. Stanno definendo la materia grave. Anzi, così grave che si può bypassare anche la piena avvertenza e il deliberato consenso.

La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. “Chi procura l'aborto, ottenendo l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae” [Codice di Diritto Canonico, 1398] “per il fatto stesso d'aver commesso il delitto” [Codice di Diritto Canonico, 1398] e alle condizioni previste dal Diritto [Cf ibid., 1323-1324]. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società. (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2272)

In fondo è così semplice: se vuoi attingere alla Misericordia, bisogna che tu sappia di averne bisogno. Bisogna che la invochi. La Misericordia non ti arriva gratis.

Nel nostro caso invece stiamo parlando di voto. Un atto che, se colpevole, sembra una colpa collettiva. E qui mi viene in aiuto don Milani.

Ho poi studiato a teologia morale un vecchio principio di diritto romano che anche voi accettate. Il principio della responsabilità in solido. il popolo lo conosce sotto forma di proverbio: "Tant’è ladro chi ruba che chi para il sacco". Quando si tratta di due persone che compiono un delitto insieme, per esempio il mandante e il sicario, voi gli date un ergastolo per uno e tutti capiscono che la responsabilità non si divide per due.

Un delitto come quello di Hiroshima ha richiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scienziati, tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza fingendo a se stesso che quella cifra andasse a denominatore. Un rimorso ridotto a millesimi non toglie il sonno all’uomo d’oggi.

E così siamo giunti a quest’assurdo che l’uomo delle caverne se dava una randellata sapeva di far male e si pentiva. L’aviere dell’era atomica riempie il serbatoio dell’apparecchio che poco dopo disintegrerà 200.000 giapponesi e non si pente.

Le colpe collettive funzionano così: ogni persona che ha collaborato all’avvento dell’aborto in Italia è colpevole in prima persona di ognuno degli aborti legalizzati avvenuti in Italia. Invece ognuno zittisce la coscienza pensando che la colpa venga suddivisa in briciole.

Tutti colpevoli allo stesso modo? No, io addito solo la materia grave. Per chi votò al referendum del 1981 c’è anche il deliberato consenso. Ma, per grazia di Dio, sulla piena avvertenza dei singoli non so nulla, non posso sapere nulla, non devo sapere nulla.

Credo che vadano tenuti assieme questi tre brani

1) Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. (Luca 6,37)

2) Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. (Matteo 18,15-17)

3) Infatti l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un'immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa. (Romani 1,18-32)

Ci è precluso il giudizio, ci è preclusa la condanna.

Ci è richiesto il perdono, ci è richiesta l’ammonizione fraterna.

Ci è consentita la pubblica denuncia di una perversione collettiva.

Cosa ci è vietato? L’ammonizione pubblica dei peccati del singolo.

E siccome immagino di conoscere la signora che ti ricordava di non giudicare, ricordale quante lodi faceva a suor Rita Giaretta e al suo brano

[…] sento di alzare la mia voce e dire ai nostri potenti, agli Erodi di turno, non ti è lecito! Non ti è lecito offendere e umiliare la ''bellezza'' della donna; non ti è lecito trasformare le relazioni in merce di scambio, guidate da interessi e denaro; e soprattutto oggi non ti è lecito soffocare il cammino dei giovani nei loro desideri di autenticità, di bellezza, di trasparenza, di onesta. Tutto questo è il tradimento del Vangelo, della vita e della speranza! […]

Suor Giaretta poteva dire queste cose a Berlusconi? Certo. Scrivendogli personalmente oppure, se aveva un canale, andandolo a trovare.

Così invece è stato inaugurato un nuovo metodo: “Non giudicate nessuno! Tranne Berlusconi”.

Ma sul “Non ti è lecito” e sull’interpretazione di Giovanni il Battista nei confronti di Erode ho già scritto alcune cose (1), non voglio ripetermi.

 

Italia. Bene Comune

La denominazione depositata dal notaio recita “coalizione dei democratici e dei progressisti”. La chiamano “Italia. Bene Comune”. E’ la coalizione di PD (Pier Luigi Bersani) + SEL (Nicola “Nichi” Vendola) + PSI (Riccardo Nencini) + Centro Democratico (Bruno Tabacci) e altri minori.

Mentre Ingroia ha molti movimenti in appoggio, ma un solo simbolo, qui invece ognuno ha il suo simbolo.

Mercoledì mi è arrivato il loro programma elettorale cartaceo. Titolo: “L’Italia giusta dove il lavoro costruisce la vita”.

Più avanti c’è un altro motto: “L’Italia giusta dove la politica dice la verità”.

Tu quoque, Bersani?

Uguale a un Veltroni qualunque? Veltroni 2008 lo potevo anche capire: aveva messo in lista i radicali, doveva convincere i cattolici di quanto fosse bella questa alleanza, un silenzio tombale sui temi etici diventava necessario.

Ma anche Bersani ha così paura di parlarne?

Silenzio totale in TV.

Nel fascicoletto mandato nelle case c’è scritto così.

DIRITTI

Per i democratici e i progressisti la dignità della persona umana e il rispetto dei diritti individuali rappresentano una priorità assoluta. Ripareremo i guasti causati dal pericoloso “bipolarismo etico” perseguito in questi anni dalla destra, assumendo come riferimento i principi scolpiti nella prima parte della nostra Costituzione.

Tutto chiaro, vero? Oppure no?

Mi sono chiesto quali fossero questi guasti della destra, visto che dal 2008 a oggi l’unico “guasto” accaduto è stata la morte di Eluana ed è stato un evento extraparlamentare.

Sono andato sul sito, click su “Diritti”: c’è un testo più ampio; in fondo c’è scritto “leggi tutto”.

Click su “leggi tutto”: c’è un testo diverso; in fondo c’è scritto “leggi il documento integrale”.

Click su “leggi il documento integrale”. E finalmente ci siamo.

9 Diritti

Per i democratici e i progressisti la dignità della persona umana e il rispetto dei diritti individuali sono la bussola del mondo nuovo e la cornice generale entro cui trovano posto tutte le nostre scelte di programma. La storia per altro insegna – e questa crisi lo conferma – che non esiste una gerarchia dei diritti e che l’azione per il loro riconoscimento e la loro affermazione vive di una tensione continua sul piano politico e sociale. In particolare, noi guardiamo oggi nel mondo alla lotta di popoli interi per la difesa dei diritti umani, a iniziare da quelli delle donne. E crediamo sia compito della politica, dei parlamenti e dei governi affermare l’indivisibilità dei diritti: politici, civili e sociali.

Anche su questo terreno l’Europa è per la politica dei singoli Stati un riferimento essenziale. A partire dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea proclamata per la prima volta a Nizza nel 2000 e dal Piano europeo di contrasto alle discriminazioni: di genere, orientamento sessuale, etnia, religione, età, portatori di differenti abilità.

Nel nostro caso questo significa l’impegno a perseguire il contrasto verso ogni violenza contro le donne e a una legge urgente contro l’omofobia. Sul piano dei diritti di cittadinanza l’Italia attende da troppo tempo una legge semplice ma irrinunciabile: un bambino, figlio d’immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano. L’approvazione di questa norma sarà simbolicamente il primo atto che ci proponiamo di compiere nella prossima legislatura.

Daremo sostanza normativa al principio riconosciuto dalla Corte costituzionale, per il quale una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico.

Su temi che riguardano la vita e morte delle persone, la politica deve coltivare il senso del proprio limite e il legislatore deve intervenire sempre sulla base di un principio di cautela e di laicità del diritto. Per evitare i guasti di un pericoloso “bipolarismo etico” che la destra ha perseguito in questi anni, è necessario assumere come riferimento i principi scolpiti nella prima parte della nostra Costituzione e, a partire da quelli, procedere alla ricerca di punti di equilibrio condivisi, fatte salve la libertà di coscienza e l’inviolabilità della persona nella sua dignità.

Constatiamo quindi che Bersani ha fatto come Veltroni 2008: in TV di temi etici non se ne parla, nelle case il cartaceo non dice nulla, e per quei pochi che vogliono andare sul sito c’è finalmente la verità.

Sul sito, però. Non sul volantino. Per cui quel motto “L’Italia giusta dove la politica dice la verità” va sbianchettato e sostituito “L’Italia ingiusta dove la politica occulta la verità”.

Che abbiano occultato la verità, come già nel 2008, è palese. Che l’Italia da loro proposta sia ingiusta nasce dal fatto che PD e soci propongono le solite leggi ingiuste.

 

Le leggi ingiuste di PD e soci

Critico fortemente, ma non catalogo tra le leggi ingiuste, lo “ius soli” per gli immigrati: il diritto a essere italiani per nascita su suolo italiano. Essere italiani non è semplice. Diventa semplice solo perché hanno scelto di tagliare le radici del diritto naturale.

PD e soci fanno ovviamente riferimento alla Carta di Nizza, che ci siamo tirati in casa approvando stolidamente e con grandi applausi unanimi (Lega esclusa, che ha votato SI ma non ha applaudito) il Trattato di Lisbona: così l’ideologia del gender e dell’orientamento sessuale entra in Italia a vele spiegate (2).

E adesso naturalmente per PD e soci ci vuole la legge sulla omofobia (3). Sarà la prima volta in cui un “oggetto” che non esiste diventa oggetto di una legge. Sarà la prima volta che una parola inventata da una lobby diventa oggetto di legge per consentire alla medesima lobby di zittire il dissenso. La manipolazione della realtà attraverso il linguaggio sta raggiungendo i suoi vertici.

Daranno riconoscimento giuridico alle cosiddette coppie omosessuali e qui mi basta dire “vedere il caso precedente”, ossia Ingroia. Anche qui, chissà perché, dei DICO per conviventi maschio + femmina non ne parlano più: sono già saltati alla fase successiva.

Il senso del limite della politica nei confronti della vita e della morte l’abbiamo già visto nel caso di Eluana: dove la politica si ritira, lavora la magistratura (quando non le “cupole di indole massonica”, se vogliamo credere a Dino Boffo, allora direttore di Avvenire).

A questo punto si capisce cosa era il “bipolarismo etico” perseguito dalla destra: era semplicemente l’azione di freno (freno non certo perfetto: basti pensare alla Prestigiacomo, alla Carfagna, a Brunetta & Rotondi, a Fini prima che uscisse, alla Bongiorno,…) del centro destra nei confronti delle violazioni di legge naturale desiderate dal centro sinistra.

Ma la cosa che mi inquieta ancora di più è quel riferimento ai princìpi scolpiti nella prima parte della Costituzione, quei soli principi che (mi dicono, non l’ho visto) Benigni ha trattato nel suo spettacolo “La più bella del mondo” (4).

La Costituzione non è fatta dei soli princìpi fondamentali.

 

I princìpi fondamentali

Li elenco, tanto mica tutti li sanno a memoria.

Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5. La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art. 7. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10. L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

Come puoi vedere i princìpi fondamentali sono adattissimi per trovare convergenze su tutto. Infatti, a parte l’art.12 sulla bandiera, non dicono nulla di operativo: indicano solo delle linee buone, utili purché alle spalle dei princìpi ci siano gli uomini di buona volontà.

Non voglio fare l’alternativa a Benigni. Non voglio scrivere “La più brutta del mondo”. Ma forse la nostra Costituzione è la più disattesa.

Art.1 L’Italia è una repubblica oligarchica fondata sul debito. La sovranità appartiene al popolo a meno che non ci sia uno spread troppo alto.

Art.2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. I 6 milioni di bambini abortiti non sono uomini.

Art.3 Aggiungere “genere” e “orientamento sessuale”! la Carta di Nizza comanda sulla Costituzione!

Art.4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano precario e saltuario questo diritto.

Art. 7. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. A patto che la Chiesa stia zitta.

Art. 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; si impegna invece in armi per “reprimere le violazioni della pace”.

La famiglia?

Ci dispiace, sta agli articoli 29,30,31 non nei princìpi fondamentali: sarà per un’altra volta.

Ecco che coi soli princìpi fondamentali, sganciati dalla legge naturale universale, le maggioranze possono fare a pezzi il diritto.

 

Fanno il loro mestiere

Intendiamoci, nessuna sorpresa.

Il PD non fa altro che ripetere, più o meno, ciò che proponeva nel 2008 (5): fuori i radicali e l’IdV, dentro SEL, non cambia nulla nella composizione della coalizione, non cambia nulla nella sostanza negativa del programma.

PD e soci fanno semplicemente il loro mestiere: non laico, ma laicista (6).

Il problema è cosa ci stanno a fare dei cattolici nell’alleanza. Tutti dovrebbero conoscere e amare i princìpi non negoziabili, ma i cattolici che non li conoscono o non li amano hanno l’aggravante del mancato ascolto di un Pastore che continuamente li richiama.

Dove i princìpi non negoziabili vengono violati, si esce.

Posso capire che uno non avesse le idee chiare nel 2006, quando si presentò l’Unione: c’era il leader cattolico Prodi a gettare fumo negli occhi (7), la violazione di legge naturale era nascosta all’interno di 200 pagine di programma (anche se c’erano DS e Rosa nel Pugno a esplicitare le intenzioni), qualche scusante c’era ancora.

Nel 2008, con i radicali in lista e il programma peggiorato, i dubbi dovevano essere spariti.

Quando ci si è poi trovati con Emma Bonino candidata governatore del Lazio, la deriva PD come partito radicale di massa era davvero limpida.

“Eh, siamo inseriti. Come si fa a uscire?”.

A questa frase che mi hanno detto a Modena non so rispondere. Posso solo rattristarmi.

Comunque, cara Irma, cancella pure “Italia. Bene Comune” dalle intenzioni di voto. Il primo bene comune sono i princìpi non negoziabili e loro vogliono di nuovo violarli. E senza comunicarlo al grande pubblico.

 

Finalino

Mi scuserà Marco Ferrando se tiro un po’ via con il “Partito Comunista dei Lavoratori”. La sua impostazione antibancaria è legittima in una situazione così disastrosa causata appunto dal sistema bancario. Ma le soluzioni comuniste le abbiamo già conosciute e non ci piacciono.

Poi c’è questa chicca sul sito che chiude la questione

ABROGARE IL CONCORDATO (12 Febbraio 2013)

Le dimissioni del Papa sono le dimissioni di un Monarca, a capo del regime teocratico assolutista della Chiesa e del Vaticano.

Gli enormi scandali morali e finanziari che hanno investito la Chiesa internazionale, a partire dal “caso pedofilia”; La feroce lotta interna alle gerarchie ecclesiastiche, senza esclusioni di colpi, attorno al controllo del potere clericale e dell'enorme capitalismo ecclesiastico, rappresentano lo sfondo di questo fatto inedito.

La battaglia anticapitalista per l'abrogazione del Concordato, dei privilegi fiscali del clero, dell'assistenza pubblica alle casse vaticane (otto per mille, insegnanti di religione, scuole e cliniche ecclesiastiche, oneri di urbanizzazione girati alla Chiesa..) è oggi, dunque, più attuale di ieri.

La rivendicazione dell'esproprio dello IOR, santuario della finanza criminale, implicato in tutti gli scandali della Prima e Seconda Repubblica (dall'Ambrosiano al Monte dei Paschi), è parte integrante della lotta al capitale finanziario, per un'alternativa anticapitalista.

Pertanto il PCL non partecipa alla recita commossa del “dolore” o dell'”elogio” reverente verso il Papa dimissionario da parte di liberali, sinistre, giustizialisti. Continua e rilancia la propria lotta contro il potere clericale come parte della lotta più generale per un governo dei lavoratori.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

Legittimo che il PCL non partecipi alla commozione, ma un po’ meno di ignoranza non farebbe male.

Il Papa è certamente un monarca assoluto (la definizione corretta del Vaticano è: monarchia assoluta elettiva da parte di una oligarchia popolare), ma il regime non è teocratico: il regime teocratico impone la prassi di fede a tutti, mentre posso garantire che tra i residenti vaticani c’è gente che non va nemmeno a Messa. Al massimo può essere definito stato “ierocratico” (governo dei preti): è un’altra cosa.

La Chiesa internazionale fa un po’ ridere. La Chiesa è Cattolica, cioè universale.

La pedofilia riguarda la Chiesa Cattolica, in misura maggiore riguarda altre confessioni religiose, in misura ancora maggiore riguarda il mondo non religioso. Con la differenza che la sessualità sporca che genera la pedofilia viene propagandata e alimentata dal mondo e non dalla Chiesa.

L’otto per mille è la sostituzione della vecchia congrua, la quale congrua era la parziale riparazione dei beni derubati alla Chiesa da parte dei sabaudi; la girata degli oneri di urbanizzazione va a sostegno di luoghi di culto dove bene o male entra una buona percentuale di cittadini, eccetera.

Lo IOR è una banca. Non metto quindi la mano sul fuoco sulla moralità dello IOR, come di ogni banca. Ma forse il santuario della finanza criminale lo si può cercare altrove.

Va beh, Ferrando non avrà il mio voto.

 

Partito Repubblicano

Liquido anche il Partito Repubblicano Italiano: il più antico dei partiti italiani, il più “bancario” dei partiti italiani, il fautore eterno del “rigore”.

In una crisi colossale come stiamo vivendo, nata dal sistema bancario, gestita dal sistema bancario, scrive nel programma che “è auspicabile una riforma del sistema che garantisca il corretto impiego del risparmio”. Bontà loro.

Invoca una drastica riduzione della spesa corrente (non degli interessi passivi, ovviamente) fino a riportarla ai valori dell’anno 2000: sarebbero circa 100 miliardi di tagli su 438 di spesa netto interessi: immagina chi ne soffrirebbe.

Sono fautori del pareggio strutturale del bilancio dello Stato (compresi gli interessi passivi, ovviamente), ma di questo dovremo riparlare.

Vogliono portare il debito sovrano (sovrano, che parola derisoria) entro il limite del 60% del PIL, anche attraverso l’utilizzo di interventi straordinari quali ad esempio l’attivazione del fondo per la gestione e la successiva messa in vendita delle proprietà mobiliari e immobiliari pubbliche.

Insomma la crisi è colpa del sistema bancario, ma loro la risolvono liquidando lo Stato e i suoi beni.

Da Mazzini in poi del Partito Repubblicano ne faccio volentieri a meno.

E non farmi parlare di Mazzini, se no divago troppo.

 

22.57, buona notte

Giovanni

 

 

 

NOTE

(1) Quando www.carairma.it sarà riavviato, potrete trovare nella sezione “Lettere ai giornali e varie” due testi: “2011-10-09 Non ti è lecito” e “2011-10-22 Tuttavia lo ascoltava volentieri”.

(2) Su www.carairma.it (anche nella vecchia versione) trovate il testo “2008-08-07 La Libertà - ratifica Lisbona” nella sezione “Lettere ai giornali e varie”.

(3) Su www.carairma.it (anche nella vecchia versione) trovate il testo “2009-10-15 L'invenzione dell'omofobia” nella sezione “Lettere ai giornali e varie”.

(4) Vedere il primo testo “1301 – Ripasso generale”

(5) Vedere su www.carairma.it (anche nella vecchia versione) il testo “40 – Partito Democratico (prima parte)” nella sezione “Elezioni 2008”

(6) Vedere su www.carairma.it (anche nella vecchia versione) il testo “37 – Laicità cattolica e laicismo”  e “38- Laicità cattolica e laicismo – un’immagine” nella sezione “Elezioni 2008”

(7) Per ricordare cosa avvenne nei 2 anni di legislatura 2006-2008 si può vedere su www.carairma.it (anche nella vecchia versione) il testo “34 – Bilancio antropologico della legislatura” nella sezione “Elezioni 2008”

Ultimo aggiornamento Lunedì 18 Febbraio 2013 18:31
 
Copyright © 2024 Cara Irma.... Tutti i diritti riservati.
Joomla! è un software libero rilasciato sotto licenza GNU/GPL.