Home Elezioni 2008 35 - L'antropologia influisce sull'economia
35 - L'antropologia influisce sull'economia PDF Stampa E-mail
Scritto da Giovanni   
Sabato 08 Marzo 2008 15:55

San Martino in Rio, 8 marzo 2008

 

Caro Franco,

che sorpresa! Non pensavo che sua moglie (1) l’avrebbe coinvolto in queste letture.

Mi aggiunge una nuova domanda alla già lunga scaletta di sua moglie. Risponderò volentieri, come posso. Vorrà dire che i tempi di questo percorso elettorale si allungheranno, ma non c’è problema: il voto è il 13 aprile, fino ad allora è tempo di ragionamenti e non di certezze (2).

Vengo alla sua domanda, che sintetizzo così: “C’è relazione tra il disastro antropologico e l’impotenza governativa in campo economico? (3)

Innanzitutto condivido la sua parola, “disastro”, che io non avevo utilizzato. Nella lettera precedente avevo fatto il consuntivo antropologico di questa legislatura, ma ovviamente le cose accadute di recente vanno a sommarsi alle cose che già esistevano in Italia: divorzio, contraccezione di Stato, aborto, legge 40 (4).

C’è relazione tra problemi economici dell’Italia e disastro antropologico?

Sì, c’è una relazione profonda, che viene sistematicamente rimossa. Per arrivare all’accettazione tacita e condivisa di una serie di leggi gravemente ingiuste (ossia violatrici della legge naturale universale), si deve far credere continuamente (5) al popolo che sono leggi che riguardano solo i singoli, sono “diritti individuali” che non hanno effetti sulla società.

Il divorzio riguarda noi due, un po’ anche i figli (“ma divorzieremo da persone civili”). L’aborto è una questione privata di quella donna. La contraccezione è il fatto più privato che esiste. Eccetera.

Bene. Dimentichiamo per un momento la legge naturale universale. Arriva sulla terra un alieno: è un economista, un cinico analista che guarda gli uomini solo come “carne da economia”; ha però un pregio: viene da fuori e non sa niente delle ideologie che si muovono sulla Terra. Esamina e risponde.

Il divorzio ha conseguenze economiche?

Gli sposi che divorziano devono pagare spese legali, ci sono conseguenze patrimoniali immediate, il mutuo casa è in corso, il coniuge che se ne va non vuole più pagarlo, quello che resta in casa non ce la fa a pagarlo, e poi la casa adesso è troppo larga, meglio venderla in fretta per chiudere col mutuo. C’è da traslocare, i mobili non si adattano, forse è meglio svenderli a chi subentra. La moglie usava l’auto solo nel fine settimana, ma l’auto l’ha presa il marito, deve comprarne un’altra, bollo, assicurazione, meccanico. Il marito deve pagare gli assegni per la moglie e per il figlio, ma intanto si è messo con un’altra donna, ha due donne da mantenere, è operaio, in meno di tre mesi è schiavo degli straordinari. Ci sono problemi psicologici nei coniugi e nei figli (6). Per i figli: asocialità, depressione, difficoltà di concentrazione, abbandoni scolastici.

Ma, direbbe qualcuno, anche ai figli di famiglie stabili capitano queste cose! Certo che capitano, chi ne dubita? Ma ecco uno dei drammi del nostro tempo: ragionare in modo qualitativo, “a sentimento”. Capitano anche ai figli di famiglie stabili: ma quanto capita agli uni e agli altri?

E’ questo che vogliamo sapere. E i numeri, nelle poche statistiche che vengono fatte, parlano con chiarezza a favore della stabilità familiare per il bene dei figli? (7)

Il nostro alieno non ha dubbi: il divorzio è una causa tremenda di impoverimento familiare privato ed è fonte di costi sociali enormi (incommensurabili, ma solo nel senso che nessuno si prende la briga di misurarli).

L’aborto è un fatto privato?

Il cinico economista alieno rileva che comunque l’aborto ha un costo sanitario; inoltre mancano all’appello, a motivo degli aborti, alcuni milioni di contribuenti INPS (8); gli italiani mancanti all’appello innescano la necessità di una immigrazione, coi relativi costi. C’è una sindrome post aborto di cui nessuno parla e che provoca depressione, con conseguente innesco di costi per psicologi, farmaci, assenze dal lavoro, calo di efficienza sul lavoro. L’aborto non è un fatto privato, ha un costo sociale.

Contraccezione di Stato. La “paternità responsabile” (9) è una cosa privata o esiste anche una “paternità responsabile” sociale? Esiste eccome, il nostro alieno lo sa bene. Occorrono 2,1 (due virgola uno) figli per donna perché una società si mantenga in vita. L’obiettivo di un governo dovrebbe essere quello di arrivare a creare le condizioni perché gli sposi scelgano di giungere al fatidico numero 2,1: questo si raggiunge insegnando il buon uso della fertilità (10), non si raggiunge insegnando contraccezione chimico – meccanica ai ragazzini.

Quanto costano i week end dello sballo in morti, ricoveri ospedalieri, handicappati, auto sfasciate, malattie da alcool, sesso, droga? “Ma non tutti quelli che vanno in discoteca fanno così!” direbbe il solito tizio che ragiona “a sentimento”. Però un’alta percentuale fanno così, e questo è un costo sociale.

Quando è nata “la febbre del sabato sera”? Poco dopo che negli USA si era affermata la legge sull’aborto: come si può fruire del sesso libero, che è uno degli elementi chiave del sabato sera, senza avere l’aborto come ruota di scorta?.

L’alieno tira le somme.

-          Il disastro antropologico ha costi economici, patrimoniali e sociali (con relative ulteriori conseguenze economiche e patrimoniali) immensi;

-          nessuno vuole mettere in evidenza questi costi;

-          perché, se li mettesse in evidenza, si vedrebbe che la cosiddetta società dei “diritti individuali” è destinata inevitabilmente al disastro economico e sociale.

L’alieno ha osservato il comportamento dei nostri governi: gente che tampona le crepe delle pareti divisorie della casa, e contemporaneamente lavora per indebolire le fondamenta e i muri maestri.

Naturalmente l’approccio del cinico economista alieno non è quello giusto. La realtà è che divorzio, contraccezione di Stato, aborto, fecondazione artificiale vanno combattuti perché contrari alla legge naturale universale, perché sono male in sé.

Un calo di aborti, divorzi, convivenze, eccetera porterà anche, come benefica conseguenza accessoria, un miglioramento delle condizioni sociali ed economiche dell’Italia e di ogni paese.

Del resto noi cattolici lo sappiamo bene: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.”. E, a scanso di equivoci, nella “sua” giustizia è compreso anche l’adulterio del cuore, figuriamoci divorzi, aborti e convivenze.

“Ma lo Stato è laico!” tuonerebbe qualcuno.

Dello Stato laico parleremo un’altra volta.

Grazie ancora per avermi scritto! Davvero non me l’aspettavo, è stata una bella sorpresa.

Giovanni

 

NOTE

1)      Franco è il marito dell’Irma. Nel 2006 non andò a votare.

2)      Lei mi dirà che nel 2006 misi fuori delle certezze già in febbraio. E’ vero. Ma nel 2006 lo scopo della “Dichiarazione di voto” era diverso. Era una lettera locale e privata che dovevo rivolgere solo a mia madre e a pochi amici e conoscenti: che si mettesse a girare per l’Italia (e fuori Italia) era un fatto del tutto imprevisto. Era stata scritta per far sì che alcune persone care si ponessero le domande giuste e nel giusto ordine: non potevo attendere gli ultimi giorni per far emergere una questione così complessa (la legge naturale universale), dovevo iniziare presto.

Comunque anche nel 2006 attesi gli eventi. A mia madre che in gennaio chiedeva “E questa volta cosa si fa?” rispondevo “Mamma, non ti dico una parola finché le alleanze non sono concluse”. Non avrei detto nulla prima di conoscere la collocazione dei radicali.

Stavolta è diverso: le domande giuste sono già state poste nel 2006; ce le porremo nuovamente, ma risponderemo solo a ridosso delle elezioni. La campagna elettorale non è un evento inutile: va analizzata con cura. Pensi che solo stamattina ho scoperto che… [la frase scritta al signor Franco viene qui omessa, perché la riprenderò in un’altra lettera: mi “serve” meglio in altra sede. NdR]. Forse si ricorderà che nel 1996 Berlusconi firmò l’accordo con Pannella a 6 giorni dal voto.

3)      Vedere i testi n.33 e n.34.

4)      Nota classica, che devo sempre ribadire quando si parla di legge 40: abbiamo difeso la legge 40, ma solo come male minore, non come buona legge. E’ una legge ingiusta, che espone i figli (gli embrioni sono figli, molti lo dimenticano) a percentuali di morte attorno al 95%. E in ogni caso l’unico luogo che rispetta la dignità dell’uomo – embrione è la pancia di sua madre.

5)      Continuamente: in quest’opera continua i media e la TV in particolare hanno un ruolo decisivo.

6)      Di tutti i coniugi e di tutti i figli? Di tutti, anche se in misura diversa da caso a caso. Ma globalmente questi problemi psicologici diventano un costo sociale.

7)      Un esempio: in Gran Bretagna il 70% dei giovani criminali proviene da famiglie monoparentali. Questo è un costo sociale, che lo si voglia o no, non è una questione privata. Comunque citerò pochi numeri: se lo desidera, le farò avere degli articoli.

8)      Sì, abbiamo il metodo contributivo, ma non reggerà senza un equilibrio numerico tra generazioni nuove e pensionati.

9)      Ha mai letto questo brano? Mi sembra interessante: […] La dottrina della Chiesa sui figli è riassunta al punto 2368 del Catechismo, dove si dice che l’agire degli sposi deve essere “conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile”. Breve espressione che racchiude due parole importanti: giustizia e generosità. Dovendo essere perfetti come il Padre, miriamo a raggiungere la sua giustizia infinita e la sua generosità senza limiti; giustizia e generosità, infinite e unite in un perfetto equilibrio, non producono qualcosa di illimitato o di irraggiungibile: producono invece un numero, il numero di figli che spetta agli sposi. Questa frase riassume bene il concetto: “La paternità responsabile è la paternità responsabile di Dio”; la paternità responsabile è il numero di figli che genererebbe Dio se fosse al posto degli sposi. Verrebbe da dire: “E’ impossibile; se Dio infinito fosse al posto degli sposi, genererebbe infiniti figli”. E invece Dio, avendo dato un tempo all’universo e avendo affidato la generazione agli uomini, ha scelto che i suoi figli uomini siano “un certo numero”, e se fosse al posto degli sposi genererebbe “un certo numero”; quel numero giusto e generoso che anche noi dobbiamo arrivare a scoprire. […]

10)   Il buon uso della fertilità, oltre a essere gratuito, farebbe anche risparmiare i costi di moltissime fecondazioni artificiali.

Ultimo aggiornamento Domenica 09 Marzo 2008 17:46
 
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