2011-02-27 La Libertà - Ciò che sfugge di Radaelli |
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Scritto da Giovanni |
Domenica 03 Aprile 2011 19:23 |
San Martino in Rio, 27 febbraio 2011
Caro Direttore, lo spettacolo di Radaelli del 26 febbraio al ReGiò non si è fatto, e questa è una bella notizia. Ma leggo che si pensa di “inserire lo spettacolo in un contesto più ampio”, e questa è una brutta notizia. Brutta perché significa che ancora non si coglie l’essenza dello spettacolo di Radaelli. Riassumo i punti principali.
Maurizio Mori, presidente della Consulta di Bioetica Onlus, nel libro “Il caso Eluana Englaro. La ‘Porta Pia’ del vitalismo ippocratico ovvero perché è moralmente giusto sospendere ogni intervento”, editore Pendragon, si esprime così: […] il caso di Eluana è importante per il suo significato simbolico. Da questo punto di vista è l'analogo del caso creatosi con la breccia di Porta Pia attraverso cui il 20 settembre 1870 i bersaglieri entrarono nella Roma papalina. Come Porta Pia è importante non tanto come azione militare quanto come atto simbolico che ha posto fine al potere temporale dei papi e alla concezione sacrale del potere politico, così il caso Eluana apre una breccia che pone fine al potere (medico e religioso) sui corpi delle persone e (soprattutto) alla concezione sacrale della vita umana. Sospendere l'alimentazione e l'idratazione artificiali implica abbattere una concezione dell'umanità e cambiare l'idea di vita e di morte ricevuta dalla tradizione millenaria che affonda le radici nell'ippocratismo e anche prima nella visione dell'homo religiosus, per affermarne una nuova da costruire. […] Questo è il pensiero di Mori. Questo è il pensiero di Englaro, che ha scritto la prefazione al libro. Le sembra la descrizione di una vicenda intima e familiare? Questi vogliono “abbattere una concezione dell’umanità”, e lo spettacolo di Radaelli è il canale che hanno scelto a livello teatrale. I gestori del ReGiò si prenderanno le loro responsabilità. La programmazione del 26 febbraio poteva anche essere catalogata come ingenuità, ma un’eventuale nuova programmazione sarebbe fatta invece in piena avvertenza. Credo che ci sia una sola forma “teatrale” adatta al caso Englaro: raccontare i fatti. Spero che qualcuno chiami Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola a presentare il libro “Eluana – I fatti” all’oratorio cittadino: la descrizione della realtà è più gustosa e appassionante di uno spettacolo teatrale. Un caro saluto Giovanni Lazzaretti |