2010-05-19 Libero - Gli errori di Facci Stampa
Scritto da Giovanni   
Sabato 29 Maggio 2010 08:34

San Martino in Rio, 19 maggio 2010


Caro Direttore,

l’omosessuale non è un malato da curare” afferma Filippo Facci, e io sono perfettamente d’accordo con lui.

Mi chiedo però: come mai l’omosessuale, che non è un malato, ricorre spesso alla GAT ossia alla Terapia Affermativa Gay? La risposta è ovvia: evidentemente le terapie non si applicano solo ai malati e “stare male” non significa essere malati (un vedovo spesso sta male, spesso ha bisogno di terapie, ma non è un malato).

Una persona omosessuale sta male. Il mondo gay gli consiglia di ricorrere alla GAT. Prova con la GAT e sta ancora male. Ha diritto di provare a star bene? Oppure il percorso di aiuto finisce qui?

Quella persona è testarda e vuole stare bene. Supponiamo che vada da Joseph Nicolosi. Prova un percorso di “terapia riparativa” e sta bene, oppure, più modestamente, sta meglio.

Il problema infatti è tutto qui: Joseph Nicolosi continua tranquillamente a lavorare per il semplice motivo che, tra i suoi clienti, le percentuali di successo (cioè “stare bene”) o di miglioramento (cioè “stare meglio”), sono percentuali alte. Può ricevere tutte le vessazioni del mondo, tutte le condanne del mondo dalla lobby gay e associati, ma quando i suoi clienti sono contenti cosa c’è da dire? Non tutti contenti, ovvio: come in ogni terapia c’è una percentuale che non ne trae alcun giovamento.

Attualmente possiamo solo dire che la “terapia affermativa” (GAT) è maggioritaria e la “terapia riparativa” è minoritaria: un fatto normale, visto che la lobby gay è potente mentre il mondo degli ex-gay non ha nessun peso mediatico. Per lo stesso motivo è normale che la signora Carfagna accetti di farsi “rieducare” da una militante come Anna Paola Concia.

In Italia c’è la libertà di opinione, certo: ma è perfettamente normale non concedere la par condicio a chi sostenga che il Sole giri attorno alla Terra”.

Interessante questa frase di Facci. Ne propongo un’altra.

[…] Qualora potessimo applicare le leggi della natura a qualsiasi SC (=sistemi di coordinate), il conflitto così violento, agli esordi della scienza, fra il punto di vista di Tolomeo e quello di Copernico non avrebbe più senso. Potremmo adottare l’uno o l’altro ad eguale diritto. Le due proposizioni: “il Sole è immobile e la Terra gira” e “Il Sole gira e la Terra è immobile” avrebbero semplicemente il significato di due convenzioni diverse concernenti due SC diversi. Siamo noi in grado di costruire una fisica realmente relativista, valevole in tutti i SC, una fisica cioè nella quale non vi sia più posto per il moto assoluto, ma soltanto per il moto relativo? Sì, ciò è fattibile! […]

E’ una frase che afferma proprio la par condicio che Facci non vuole concedere: l’ha scritta Einstein, un po’ più affidabile di Facci sugli argomenti di fisica.

Conceda la par condicio anche a Nicolosi, caro Facci. Non si può restare fermi a Galileo quando Einstein è già venuto.

Cordiali saluti

Giovanni Lazzaretti