2010-05-16 La libertà - Filosofia cristiana Stampa
Scritto da Giovanni   
Sabato 29 Maggio 2010 08:30

San Martino in Rio, 16 maggio 2010

Caro Direttore,

i due interventi di Massimo Cacciari e di mons. Monari scorrevano apparentemente indipendenti, il 6 maggio, con punti di contatto e punti di divergenza. In realtà, anche se non prevista nello schema del “Dialogo in Cattedrale”, una sintesi è arrivata: l’ha fatta Cacciari nella seconda parte del suo intervento.

Il filosofo non può presupporre alcuna rivelazione […] cessa di essere filosofo se si parla di ‘filosofia cristiana’. E’ come parlare di ‘legni d’acciaio’.”. E’ la posizione di Heidegger, con la piccola variante cacciariana dei “legni d’acciaio” al posto del “ferro ligneo”. La sintesi di Cacciari (e di Heidegger) è quindi chiara:

  • il filosofo fa il suo percorso senza uso della rivelazione

  • l’uomo di fede fa il suo percorso con l’uso della rivelazione

  • questi due percorsi giungono a conclusioni diverse, comparabili ma non conciliabili

  • la filosofia cristiana non può esistere, è come parlare di “legni d’acciaio” (o “ferro ligneo”).

La filosofia certamente non fa uso della rivelazione, in questo Cacciari dice il vero: come ogni scienza umana, la filosofia fissa uno o più postulati di partenza e, servendosi dello strumento della logica, arriva a costruire un sistema di pensiero.

L’errore di Cacciari è il pensare che il postulato della filosofia cristiana sia la rivelazione. Falso. Il postulato della filosofia cristiana è L’ESSERE ESISTE ED E’ CONOSCIBILE (1). A partire da questo postulato, e servendosi della logica, si viene a costruire un complesso sistema di pensiero.

Perché questo sistema di pensiero lo chiamiamo filosofia “cristiana”?

  1. La chiamiamo “cristiana” perché le idee da essa generate non smentiscono in alcun modo la rivelazione cristiana.

  2. La chiamiamo “cristiana” perché non disdegna di interrogarsi filosoficamente anche sulle tematiche di fede (il peccato, ad esempio).

  3. La chiamiamo “cristiana” perché questo sistema di pensiero, condotto con l’uso della retta ragione, forma degli strumenti filosofici in grado di indagare anche nei misteri del cristianesimo (la sana filosofia come presupposto alla sana teologia).

  4. La chiamiamo “cristiana” perché è in grado di confutare razionalmente gli errori delle filosofie anticristiane.

  5. La chiamiamo “cristiana”, perché, se applicata alla vita concreta, questa filosofia genera le buone società fondate sulla legge naturale universale.

La filosofia cristiana esiste e, ripeto, NON è affatto fondata sulla rivelazione (2).

Esistono due percorsi per definire la “libertà”, dice Cacciari.

  • La libertà come qualcosa in nostro possesso (idea che Cacciari accantona, perché cozza contro la realtà ineludibile dei condizionamenti).

  • Oppure la libertà come dono, riflesso di una libertà originaria, non dimostrabile dalla logica (questa sembra essere la posizione di Cacciari); libertà che si dimostra solo “liberando” gli altri.

In realtà esiste una terza possibilità, quella della filosofia cristiana: la libertà è “la libertà del bene” e si realizza necessariamente in un contesto di relazioni, condizionamenti e vincoli.

Cos’è mancato nel “Dialogo in Cattedrale”? E’ mancato l’unico attore essenziale, il filosofo cristiano.

  • Si poteva mettere il filosofo cristiano in parallelo a mons. Monari: avrebbe mostrato come la filosofia che parte dal principio primo “l’essere esiste ed è conoscibile” giunge, attraverso il ragionamento umano, a conclusioni non contrastanti con il percorso della rivelazione.

  • Si poteva mettere il filosofo cristiano in parallelo con Massimo Cacciari: avrebbe mostrato che quella di Cacciari non è “la” filosofia, ma “una” filosofia, che conduce a idee erronee.

Affiancando Cacciari e mons. Monari, molte persone sono andate a casa pensando che tra filosofia e rivelazione ci sia inconciliabilità, colmabile solo con un “salto”. Non è così. “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità”: c’è diversità di piani, ma conciliabilità piena.

Un caro saluto

Giovanni Lazzaretti

NOTE

  1. Chiedo scusa da subito ai filosofi. Invece di dire “L’essere esiste ed è conoscibile” avrei dovuto parlare di “ente”, di “principio di non contraddizione”, eccetera. Non è questa la sede.

  2. Filosofia cristiana” è il termine più appropriato per definire questa realtà? Su questo c’è stato e c’è tuttora dibattito; Cacciari comunque ha scelto questa espressione e io mi adeguo. Del resto Cacciari non ne fa una questione di terminologia, ma di sostanza: evocando i “legni d’acciaio” = “ferro ligneo”, ha fatto proprio ed ha trasmesso al pubblico il pensiero erroneo di Heidegger, cioè la falsa idea che con la fede cristiana non si può essere filosofi, la falsa idea che l’adesione a una rivelazione renda impossibile la ricerca razionale.