41 - Partito Democratico (seconda parte) Stampa
Scritto da Giovanni   
Sabato 22 Marzo 2008 16:14

Attendo ancora il finale sul Partito Democratico.

Grazie, scusami per il sollecito.

Irma

 

San Martino in Rio, 22 marzo 2008

Cara Irma,

eccomi con la seconda parte. Sarà a sua volta divisa in due parti: che cosa è il Partito Democratico, che cosa è l’alleanza elettorale creata dal PD nel 2008.

Partito democratico

Riparto dal lento percorso di trasformazione del PPI, ex DC, che già ti ho descritto nella lettera precedente.

- La DC diventa PPI

- PPI al centro, fuori dai due poli

- Popolari per Prodi; con Rifondazione mai!

- Popolari per Prodi, con Rifondazione in desistenza.

- Popolari senza Prodi, ma con D’Alema e coi Comunisti Italiani.

- Popolari nella Margherita.

- Margherita con Rifondazione Comunista.

- Margherita con Rifondazione Comunista, Rosa nel Pugno, lobby gay, comunisti libertari

- Margherita nel Partito Democratico a maggioranza DS

Il percorso è durato circa 14 anni.

Dobbiamo porci tre domande.

1) Il PD era l’approdo finale di un progetto noto a tutti gli aderenti PPI?

2) Il PD era l’approdo finale di un progetto noto solo alle “teste pensanti” del PPI e non agli aderenti?

3) Il PD è stato l’approdo pratico di un percorso privo di progetto?

Vediamo innanzitutto cosa è un progetto. Tu sai che faccio parte di un circolo culturale. Questo circolo culturale ha un articolo dello statuto che recita così: “Il circolo si costituisce con lo scopo di promuovere attività culturali e formative che mirino, attraverso un’adeguata documentazione, all’approfondimento e alla divulgazione di tematiche inerenti il campo storico, sociale, politico ed educativo secondo una prospettiva cristiana della vita alla luce del magistero della Chiesa. […]”.

Questo è un progetto. Chi aderisce sa che dovrà seguire questa linea oppure, se la linea non gli piace, dovrà uscire. Lo statuto definisce un’identità non negoziabile.

Avere un progetto significa subito tradurlo in azione? Non è detto. Il progetto indica una meta e indica dei limiti alla strada da seguire: descrive cioè la buona volontà di chi ha fondato il circolo.

Nell’agire si possono commettere errori (ma, appunto, li riconosci come errori perché li confronti col progetto) e si possono imboccare strade errate (e anche qui è lo statuto che te le fa riconoscere come strade errate): vai avanti faticosamente, ma nella chiarezza.

Quando la DC diventò PPI, qualcuno annunciò che l’approdo finale era un partito unico con l’ex PDS, ora DS?

No. Se nel 1994 avessero annunciato questo progetto, la quasi totalità degli aderenti si sarebbe tolta dal partito. E’ certo quindi che alla domanda n.1 si deve rispondere: no, se un progetto c’era, non era certo noto agli aderenti.

Difficile rispondere alla domanda n.2: se il progetto c’è, ed è occulto per gli aderenti, si possono solo fare delle ipotesi su chi siano le “teste pensanti”, ma non lo potremo mai sapere con certezza.

Supponiamo comunque che esistano queste “teste pensanti”. La cosa certa che sono andate avanti per piccoli passi, per far digerire poco alla volta la dissoluzione progressiva, e sono andati avanti attraverso le bugie. Ne ricordo alcune.

1) Elezioni 1994: “dopo le elezioni staremo soli al centro”. Dopo le elezioni Martinazzoli si dimette subito e dissipa un patrimonio di 4.287.172 voti (mica una roba da poco: per averne un’idea, sono i voti che, più o meno, aveva AN nelle ultime elezioni; senza contare 1.811.814 voti dell’alleato Patto Segni).

2) “Popolari per Prodi”. Questa dichiarazione viene vanificata nel 1998, quando i popolari fanno tranquillamente a meno di Prodi, e accettano D’Alema come capo del governo.

3) “Con Rifondazione Comunista, mai!”. Nel 1996 Rifondazione è già presente con il meccanismo della “desistenza”, nel 1998 i popolari accettano i Comunisti Italiani nella maggioranza, da allora in poi Rifondazione è un alleato normale.

4) “Nella Margherita con la nostra identità”. Non c’è stato un solo atto della Margherita che possa far dire: “Ecco, questa è l’identità dei Popolari”.

5) “I PACS non sono previsti nel programma dell’Unione”. Formatosi il governo, la ex popolare Rosy Bindi firma i DICO in prima persona.

6) “Partito Democratico, ci vuole discontinuità rispetto alla struttura dei DS: nuova sede, nuovi metodi”. Sono facile profeta nell’affermare che è l’ennesima bugia. Comanda chi ha la forza, e la forza l’hanno i DS (struttura e soldi).

Non so quindi chi erano le “teste pensanti” di questo percorso, non so nemmeno se c’erano le “teste pensanti”: so di certo che, coltivando la memoria e tenendo un po’ di archivio, si può evidenziare un percorso di bugie, che ha funzionato solo perché le persone vivono di attualità e dimenticano ciò che veniva pensato e detto anche solo il giorno prima.

Precisazione importante: questo percorso l’ho vissuto dall’interno fino al 2000, come ben sai (1), e l’ho osservato anche dopo, con attenzione e amarezza.

Terza domanda: il PD è stato l’approdo pratico di un percorso privo di progetto? E’ possibile, indipendentemente dalla risposta alla seconda domanda. E’ possibile che molti siano andati per quella strada nella convinzione di essere “lievito” (2) per la sinistra, senza alcun progetto particolare in mente.

Perso lentamente l’aggancio col Magistero, recepita lentamente una falsa idea della laicità dello Stato, sono stati fermentati dal lievito radicale, ben vivo e funzionante.

Per un po’ continueremo a parlare di “cattolici nel PD”; passato qualche anno e messosi in moto il normale meccanismo di un partito, la presenza cattolica si dissolverà: sentiremo ancora persone del PD che si autodefiniscono “cattoliche” solo per affermare poi che, da cattolici, dissentono dal Magistero.

Amen.

Alleanza elettorale 2008

Se c’erano dubbi sulla natura del PD come “partito radicale di massa” (3), Veltroni ha provveduto subito a togliere ogni incertezza: radicali “storici” in lista col PD, Emma Bonino capolista al Senato in Piemonte, cattolici “pericolosi” trasferiti subito dal pericoloso Senato alla tranquilla Camera (4).

Nel programma si trovano a sorpresa le parole “testamento biologico”: Fioroni (mi pare fosse lui, non ne sono certo) abbozza una reazione, ma poi che può fare? Incassa e tace. Quando sei in un partito e sei la minoranza nel partito, puoi solo tacere o uscire; ma uscire significa finire la vita politica.

Castagnetti: “Non avrei mai immaginato di finire in lista elettorale coi radicali”. Ecco, andò come “lievito”, e finì “lievitato”. L’avevo immaginato, si vede che osservare le cose da un paesello dà più lucidità che osservarle da Roma.

A questo punto possiamo rispondere alla domanda lasciata in sospeso: Veltroni, staccando la Sinistra Arcobaleno, ha fatto un miglioramento rispetto all’Unione 2006?

No, ha peggiorato, e per diversi motivi:

- non c’è più la Margherita che, in caso di grossi attacchi alla legge naturale universale, poteva in teoria tirarsi fuori dal governo (non c’è nemmeno più il piccolo UDEUR);

- i radicali sono integrati nelle liste, garantiti dell’elezione nonostante le lamentele di Pannella;

- ci sono tre proposte di violazione della legge naturale universale, esplicite nel programma di governo del PD: legge sulla cosiddetta “omofobia”, testamento biologico eutanasico, legge sulle coppie di fatto anche omosessuali;

- c’è la presenza della Sinistra Arcobaleno che farà apparire il PD come “i moderati”: che bravi, dirà la gente, vogliono colpire la legge naturale “solo” in tre punti invece che nei 10 punti dei “cattivi” della Sinistra Arcobaleno.

L’alleanza organizzata dal PD per il 2008, con la presenza di una Sinistra Arcobaleno, risponde pienamente alla metodologia da sempre utilizzata dai radicali:

- da una parte c’è un settore politico (Sinistra Arcobaleno) che le spara grosse, troppo grosse per il sentire comune;

- a fianco c’è un partito “tranquillizzante” (PD), che ha la medesima visione antropologica della Sinistra Arcobaleno, ma che propone le brutture un po’ per volta, per farle digerire a tutti.

E’ la tattica già usata per il referendum sull’aborto:

- il Movimento per la Vita proponeva una parziale abrogazione della 194;

- i radicali proponevano una diversa abrogazione, nella direzione di una ulteriore liberalizzazione dell’aborto;

- in mezzo stavano i partiti “tranquilli” (ossia tutti, tranne DC e MSI) che proponevano di rispondere NO sia al Movimento Vita, sia ai radicali.

Risultato finale: aborto libero, 5 milioni di aborti, radicali pienamente soddisfatti.

Siamo nelle stesse condizioni di allora; Emma Bonino, anche nel 2008, ha ottenuto ciò che voleva.

Il voto al PD, che propone tre violazioni esplicite della legge naturale universale, è ancora più immorale del voto all’Unione nel 2006 (l’Unione almeno “faceva finta” che i PACS non ci fossero nel programma).

Contro questa deriva a noi rimangono le vecchie armi: digiuno e preghiera. E la piazza, perché il Family Day ha fermato provvisoriamente i DICO: questo evento non va dimenticato.

Buona giornata.

Giovanni

 

NOTE

(1) Vedi il testo n.01 “Dichiarazione di voto”, nella sezione delle elezioni 2006.

(2) Idea falsa. Rileggi il testo precedente per rammentare che il cristiano non è mai lievito come singolo. Il Regno dei Cieli è simile al lievito, il cristiano deve essere sale e luce.

(3) Vedi ancora il testo n.01 “Dichiarazione di voto”, nella sezione delle elezioni 2006.

(4) Chi vince alla Camera ha comunque 65 – 70 deputati di vantaggio: qualche dissidente non fa paura. Al Senato la situazione è più complessa e la dissidenza fa paura.