12 - Il comma mancante (lettera alle casalinghe) Stampa
Scritto da Giovanni   
Martedì 04 Marzo 2008 15:35

n.12 – 1 aprile 2006

Questa lettera è la “contemplazione” della vicenda dell’Irma, la signora alla quale è intitolato questo sito. Casualmente è stata scritta in una data a me cara, 1 aprile, compleanno di mia figlia Anna.

“Il comma mancante”: lettera alle casalinghe, inviata ad Avvenire

Caro Direttore,

è impossibile dare risposte giuste a domande mal poste, e questa campagna elettorale lo dimostra ampiamente.

Parto da una frase piuttosto nota di Giovanni Paolo II (Veritatis Splendor): “Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia.”. Il politico che sente queste parole può avere due tipi di reazioni. C’è la reazione di tipo laicista: “Il Papa parla a vanvera. Democrazia e libertà coincidono. La democrazia è l’opposto del totalitarismo”. Lascio da parte i laicisti, perché esulano dal nostro discorso. Mi interessa invece la reazione “valoriale”: “Il Papa ha ragione, dobbiamo promuovere e difendere i valori”.

Irma, una mia amica casalinga, in questi giorni fa come fanno tutti i buoni cattolici: cerca di capire per chi votare. Sfoglia Avvenire, sfoglia Famiglia Cristiana, sfoglia il giornale diocesano, e trova ovunque la parola chiave: “valori”. Valori da difendere, valori da promuovere, valori intangibili. Ricevendo le informazioni in questo modo, che domanda potrà porre l’Irma ai politici? Non ha alternative: “Chi di voi politici difende i valori?”.

Di qua sente più enfasi su famiglia e vita, di là su solidarietà e pace, e non sa che pesci pigliare. Ha dei momenti di dubbio, indecisione, scoramento: “Non si sa per chi votare”. A volte prevale la logica di schieramento: “Voterò come l’altra volta”. A volte l’amarezza è pesante ed esce con la frase: “Siamo comunque incastrati”.

Già, sembriamo incastrati.

Ma supponiamo che i politici non abbiano capito niente della frase di Giovanni Paolo II. Supponiamo che quella frase, impeccabile all’interno dell’enciclica, abbia invece bisogno di qualche parola aggiuntiva se viene rivolta ai politici italiani. Un solo comma, tanto ovvio quanto impronunciabile. “Una democrazia senza valori, COME E’ QUELLA ITALIANA, si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia.”.

Lo Stato italiano i valori li ha già persi, perché ha già violato la legge naturale universale. Col divorzio e con l’aborto (e con almeno altre due leggi che non cito per non aprire un ulteriore capitolo) ha già buttato a mare famiglia, vita, solidarietà. Ha già buttato a mare anche la pace, secondo il pensiero di Madre Teresa: dove c’è l’aborto non ci può essere la pace. Questi valori rimangono nelle persone e in settori della società, ma non sono più patrimonio dei politici e dello Stato.

Ho detto queste cose all’Irma, e il suo atteggiamento è cambiato di colpo. Adesso guarda i politici dall’alto al basso e le sue domande sono cambiate. “Chi di voi politici intende riparare la legge naturale violata?”. Silenzio di tomba. “C’è almeno qualcuno che si impegna a non demolirla ulteriormente?”. Non ha nemmeno bisogno di attendere la risposta, perché è unica e del tutto ovvia: ha capito, sceglie e sorride. Sorride perché non ha fatto una scelta di parte, ma ha deciso “in scienza e coscienza” secondo il cuore della Chiesa.

L’Irma però non è una stupida: sa bene che questo suo voto pulito verrà presto catturato e sporcato da trafficoni, opportunisti, affaristi e politicanti. Ma questo è un problema loro, non suo.

Lei ha scelto al di sopra delle teste dei politici, tornando consapevole del suo ruolo naturale: che non è quello di capire i meandri dell’economia, ma è quello di difendere la "normalità della società", per se stessa, per il suo sposo, per i figli e per i nipoti, e per le sue amiche. E, perché no? Anche per i suoi preti.

Le casalinghe ci sono in tutta Italia: se Avvenire porrà bene le domande, daranno la risposta giusta.

Un caro saluto.

Giovanni Lazzaretti

Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n.416

La legge naturale, iscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo, consiste in una partecipazione alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso morale originario, che permette all’uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene e il male. Essa è universale e immutabile e pone la base dei doveri e dei diritti fondamentali della persona, nonché della comunità umana e della stessa legge civile.